Archivi tag: Italia

Vialli, il ribelle al dolore

7112910_14134147_dd47e9c058783ab6e97b47e77f09e400Si mette a sedere Gianluca Vialli, cambia posto, come una orchidea piegata dalla luce, ha bisogno di più aria, di riflettere sulla meraviglia delle cose guardate e fatte. In questi anni c’ha abituato alla sua lotta, ne ha fatto una cronaca discreta dove pudore e dolore non si lasciavano mai scavalcare dal dettaglio. Continua a leggere

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Quirinal-Frankenstein o President Evil

271965899_625749098715264_1202481276312003716_nPresidenza Amato. Il suo discorso di insediamento inizia ricordando Bettino Craxi, parole che riuniscono finalmente l’Italia dopo decenni. Di Pietro, sopraffatto dall’emozione, confessa la sua omosessualità mentre viene ufficializzato che anche ai Martelli sarà permesso sposarsi. Bobo viene nominato CT della Nazionale under 21 e Stefania diventa presidente della Rai e vice del Csm. D’Alema è incaricato come direttore degli Uffizi e a Travaglio non resta che uccidersi come Mishima ma con un pettine appartenuto a Veronica Lario. Continua a leggere

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Lettera a un presidente mai nato

CbADnLdWcAAlvaaDopo aver letto sull’Espresso le lettere degli intellettuali italiani rivolte al futuro Presidente della Repubblica, voglio scrivere un breve messaggio all’uomo che può e deve portare l’Italia fuori dallo stallo: Antonio Cassano. Una scelta concreta che non trova ragione solo nel suo coraggio per come ha affrontato ogni addio dalle squadre che lo avevano ingaggiato, nelle fughe, nel suo poco attaccamento al lavoro e nella capacità di sfanculare chiunque senza timore reverenziale – dagli allenatori ai presidenti, senza dimenticare dirigenti, compagni, massaggiatori, avversari, arbitri, guardalinee e tifosi – ma soprattutto per l’informalità che adotterebbe per il ruolo istituzionale, eliminando la distanza tra il Quirinale e il popolo italiano, preferendo sempre la pelliccia alla protocollare giacca con cravatta. Continua a leggere

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Gli spigoli di paolorossi

131319707_4161081160575714_7833944097615410750_nÈ un gesto da copertina. Ruota tutto con una coordinazione michelangiolesca, si può leggere la tensione delle fasce muscolari, con i piedi che vanno da parti opposte. Salta e gira come un derviscio, paolorossi, la sera del 10 giugno del 1978, giocando Italia-Argentina. Formando una composizione da Piero della Francesca: la testa, le braccia e la linea – immaginaria – che le congiunge disegnano un primo triangolo che si contrappone a quello che va a formarsi partendo dal punto estremo del suo gluteo e proiettandosi verso la punta del piede sinistro e verso il tacco di quello destro, e tutta la figura del calciatore è iscritta in un quadrilatero formato dal bracciodestro-testa, manodestra-puntadelpiedesinistro, puntadelpiedesinistro-puntadiquellodestro, e, infine, taccodestro-testa. Continua a leggere

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Massimo Fini: antologia di un altro mondo

2971075Massimo Fini è uno dei pochi temporali giornalistici che hanno attraversato l’Italia. Per capirlo basta leggere o rileggere la sua recente raccolta che mette insieme reportage e interviste: “Il giornalismo fatto in pezzi” (Marsilio) e che pezzi, quasi tutti impensabili oggi, soprattutto per il tempo speso dietro gli intervistati o nell’andare a cercare le storie. Quello di Fini è un tempo lontano e dilatato, un tempo «a fondo perduto» come gli dice Oreste Del Buono che già negli anni settanta aveva capito che ne rimaneva poco per pensare e quindi per scrivere per bene. Oggi si perdono i lettori e non si insegue la qualità, evidentissima nella raccolta, ci sono alcuni “pezzi” altissimi come il reportage tra i contadini pugliesi dopo il rapimento di Aldo Moro che ne disegnano già la beatificazione senza sapere del martirio che sarebbe arrivato dopo; c’è una Milano perduta e non più riedificabile dell’editoria feltrinelliana intrisa di utopia e ricerca, dei bar di Jannacci e Bianciardi, e dei perditempo come Del Buono che hanno regalato ad editoria e giornali idee che oggi ancora si copiano; Continua a leggere

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