Archivi tag: Jack London

La fuga di Rombo

L’estate della scomparsa di Rombo, me la ricordo bene perché c’era ancora Bruno Pizzul che diceva: E adesso bisogna soffrire, quando arrivavano i rigori. Era un comandamento che apparteneva al nostro spirito calcistico e da quello fuori dal campo arrivava fino a noi che stavamo a casa davanti alla tivù. Continua a leggere

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Il vagabondo delle stelle

Era uno scrittore di movimento e immersione. Ci sono scrittori che aspettano il mondo e scrittori che vanno a prenderselo, Jack London – tante vite – apparteneva alla seconda categoria. Con una aggiunta: non solo andava a prenderselo ma ci si immergeva. Per questo, un secolo dopo la sua morte, siamo ancora qua a scriverne e parlarne e prima a leggerlo. Invidio molto chi non l’ha ancora letto e sta per farlo, perché da qualunque parte comincerà, si troverà di fronte a un rapimento: London agguanta e trascina giù, e dove il suo giù è un posto ampio e ventoso, che per brevità chiameremo storia. Era un passionale, non ha mai fatto calcoli in vita sua ma ha sempre seguito i suoi ideali (socialisti), e inseguito un concetto largo di verità e giustizia: al quale sentiva di appartenere. Continua a leggere

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Icardi: tra romanzo e realtà

Gioca, litiga, scrive, istiga, divide e poi sbaglia un rigore. Mauro Icardi dopo aver vissuto pericolosamente l’estate e prima una avventurosa storia d’amore che lo ha portato a strappare Wanda Nara a Maxi Lopez, aver mischiato la sua camera da letto al campo, trovato pace, firmato un contratto, guidato una Inter sbandata alla vittoria sulla Juventus, invece di giocare e continuare a zittire i suoi detrattori, si mette a scrivere una (inutile) autobiografia e si racconta come un gangster: facendo incazzare la curva Nord interista che smentisce il suo racconto. Va bene che da grandi bisogna buttarsi via, ma Icardi esagera nel credersi Arthur Rimbaud. La sregolatezza in tutti i sensi è roba da poeti, non da attaccanti. Va bene che bisogna vivere per raccontarla ma se non sei Jack London conviene farlo dopo i settanta non a vent’anni, e questo l’ha capito persino Ausilio, il ds dell’Inter, che non corre a leggere i libri quando escono. Continua a leggere

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I padroni

Né andava meglio con gli stessi padroni. Mi ero aspettato di trovare uomini onesti, nobili e vivi, i cui ideali fossero onesti, nobili e vivi. Mi sono ritrovato tra quegli uomini che sedevano nei posti più importanti: predicatori, politici, uomini d’affari, professori, proprietari di giornali e case editrici. Con loro ho pranzato, bevuto vino, sono andato in automobile e li ho studiati. È pur vero che ho scoperto che molti di loro erano onesti e nobili; ma, tranne rare eccezioni, essi non erano vivi. Credo fermamente che avrei potuto contare le eccezioni sulla punta delle dita. Laddove non erano vivi per corruzione, adusi a una vita disonesta, essi erano semplicemente dei morti insepolti – onesti e nobili come delle mummie ben conservate ma non vive. Continua a leggere

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I cani del Vesuvio

Da Fiume a Khartoum, da Mike Bongiorno a Zio Paperone, dall’Alaska al Canada, tirati via da una slitta con cani, i fratelli Armen e Ararad Khatchikian sembrano personaggi usciti da romanzo di avventura e spionaggio di Paco Ignacio Taibo II. Tutto comincia con una donna italiana che segue una spia inglese dall’Italia al Sudan, poi la figlia della donna entra in un emporio di un armeno: scopre l’amore e anche la fuga. La figlia della donna Teresa “Pupi” – istriana austro italiana – sposerà il figlio del proprietario dell’emporio, un armeno, Azad, da loro nasceranno Armen e Ararad. Continua a leggere

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