Archivi tag: John McEnroe

Sharapova: Tennis, ti sto dicendo goodbye

La prima racchetta gliela diede Evgenij Kafel’nikov quando era una bimba di quattro anni – e adesso che smette, non possiamo dire che non l’abbia usata al meglio –, a sei, invece, Martina Navrátilová le disse di andare da Nick Bollettieri: «Se vuoi crescere vieni in America», e lei si trasferì negli Usa, il resto sono vittorie e successi, con John McEnroe che per andare controcorrente dice: «È la migliore di sempre», non è così ma non ha importanza. Continua a leggere

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Discorso “unico” su due piedi

La prima battuta è di Enrico Ghezzi, con la parificazione tra il tempo di gioco delle partite di calcio e la durata standard hollywoodiana dei film, ed è un cross per Carmelo Bene: che distrugge il cinema e salva le partite. Il resto è gioco, scambio da ping pong verbale parlando di calcio (perlopiù), tennis, basket, cinema e teatro. È il “Discorso su due piedi” tra Bene e Ghezzi che ventuno anni dopo torna in libreria con la Nave di Teseo (era uscito nel 1998 per Bompiani), rimanendo ancora valido, perché estremo e volutamente laterale, un magma di enunciazioni, diverse teorie, qualche teorema, tanti giudizi e frammenti di sport, e in mezzo: l’assolutezza di Carmelo Bene, la capacità di strologare sull’atto, in una esaltazione del racconto partendo dal gesto, scegliendo il brasiliano Romario come “immediato io”, Continua a leggere

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Memorie di Adriano (Panatta)

Un po’ Marguerite Yourcenar, con le “Memorie di Adriano”, un po’ album di famiglia, quella del tennis, compilato da Panatta con Daniele Azzolini, con sincerità e molta ironia, concludendo con due grandi foto di gruppo: i migliori e le migliori 40. Perché “Il tennis è musica” (Sperling & Kupfer) è anche un modo di fare i conti col proprio sport, ricordare quelli che se ne sono andati e quelli che ancora giocano, quelli che hanno allargato il campo e quelli che l’hanno ristretto, con la leggerezza romana che Panatta ha allenato e amplificato frequentando quella singolarissima di Paolo Villaggio. E, infatti, Adriano alterna, il modo di stare al mondo e in campo, partendo dal metodo australiano, che aveva appreso allenandosi a Sydney e a Brisbane, nel 1969, Continua a leggere

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McEnroe & Borg: stelle primarie

Non erano due tennisti, ma due mondi. In un sistema binario, che fuori dai campi da tennis, per complicare le cose, si invertivano. John McEnroe era caldo, Björn Borg freddo. E via così: pazzo, calmo; riccio, liscio; esuberante, posato. Uno parlava giocando più di quando Muhammad Ali facesse boxando. L’altro scriveva i silenzi nemmeno fosse Eduardo De Filippo. Fuori John era dolce e pacificato, mentre Björn era il vero stravagante, l’estremo, il tormentato. Insieme sembravano un romanzo di Philip Roth. Continua a leggere

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Julio Iglesias e Marco Coniglio a “Rischiatutto”

Vuole la busta Uno, la Due o la Tre?

La uno.

Bene, il signor Marco Coniglio, architetto, che si presenta sulla storia di Julio Iglesias ha scelto la busta numero Uno. Si concentri, forza e coraggio, le leggerò le domande e dopo avrà un minuto di tempo per rispondere. Ricordiamo che il suo montepremi è di centotrentaseimila euro. Continua a leggere

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