Archivi tag: La nave di Teseo

Schwartz – Pasolini: la giusta distanza

Ci voleva la distanza di un americano, Barth David Schwartz, per dipingere il ritratto di Pier Paolo Pasolini, senza tralasciare – come nei quadri di Leonardo – lo sfondo, o il contesto come avrebbe detto Leonardo Sciascia, né perdersi i dettagli. È un librone quello scritto da Schwartz, “Pasolini Requiem” (ripubblicato da La nave di Teseo, uscito nel 1995 da Marsilio), quasi novecento pagine per provare a farci stare la disperata vitalità pasoliniana. Tutto sembra rispondere ad alcuni dei versi del poeta: “la morte non è / nel non poter comunicare / ma nel non poter più essere compresi”, Schwartz prova a far parlare tutti, a leggere ogni pagina, a spiegare ogni storia, incontro, fatto, riportando trame dei film e stralci di poesie, diari, romanzi, articoli e saggi, in una bio-antologia commentata, e ancora non basta, Continua a leggere

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Discorso “unico” su due piedi

La prima battuta è di Enrico Ghezzi, con la parificazione tra il tempo di gioco delle partite di calcio e la durata standard hollywoodiana dei film, ed è un cross per Carmelo Bene: che distrugge il cinema e salva le partite. Il resto è gioco, scambio da ping pong verbale parlando di calcio (perlopiù), tennis, basket, cinema e teatro. È il “Discorso su due piedi” tra Bene e Ghezzi che ventuno anni dopo torna in libreria con la Nave di Teseo (era uscito nel 1998 per Bompiani), rimanendo ancora valido, perché estremo e volutamente laterale, un magma di enunciazioni, diverse teorie, qualche teorema, tanti giudizi e frammenti di sport, e in mezzo: l’assolutezza di Carmelo Bene, la capacità di strologare sull’atto, in una esaltazione del racconto partendo dal gesto, scegliendo il brasiliano Romario come “immediato io”, Continua a leggere

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Houellebecq: Nostradamus in canotta

Adesso che Michel Houellebecq è stato trasformato in Nostradamus, e che la sua immagine con le canotte di stampo bossiano ma firmate dai nipotini di Yves Saint Laurent campeggia nei tiggì, possiamo dire che “Serotonina” non è un capolavoro, come la Nave di Teseo scrive nelle note di copertina, ma il solito romanzo dello scrittore francese, con noia, sesso triste ed Europa decadente. Ci fosse un campionato delle previsioni non ci sarebbe storia tra le realtà immaginate e compiute di Philip K. Dick – come sa bene un altro scrittore francese: Emmanuel Carrère – e quelle subodorate da Houellebecq. Continua a leggere

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Per un filetto di baccalà

Il nasello lesso alla napoletana – racconta Aldo Buzzi – viene servito come un anello, la coda chiusa nella piccola bocca da squalo, contornato da quarti di limone. Ed è l’immagine che dà “Quasi” (La nave di Teseo) il libro di poesie/pensieri di Oscar Farinetti. E, nonostante nella postfazione Massimo Donà scomodi Don Chisciotte, Giordano Bruno e Giacomo Leopardi per un «filetto di baccalà / dissalato lentamente / e cotto al forno / senza niente», il risultato non solo è scarso, ma grottesco. Continua a leggere

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Un’Italia già masticata

“Psicologicamente siamo quello che non abbiamo avuto. Tutto è politico. No, tutto è economico”. E, intorno al non avere o meglio all’aver perduto, al dover misurare, che Paolo Nelli costruisce il suo “Trattato di economia affettiva” (La nave di Teseo). Scava nell’infanzia di Nello, un bambino affogato dai desideri, apparecchiando capitoli con canzoni pop. Si mischia pubblico e privato, dolore e felicità (sempre piccola), fatti comuni e fatti singoli. Continua a leggere

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