Il paradigma fondamentale di Stefano Sollima è che – quasi per autodefinizione – si tratta dell’unico regista di genere (italiano), o almeno così pare a leggere i giornali. Unica vedette cinematografica che salta dalla tv al cinema come se fossero collegate dal corridoio di casa sua. “Suburra” è annunciato come un film che – diverrà pure serie per Netflix – deve svelarci delle verità assolute, toglierci dal buio del dubbio, farci capire la deriva romana, ma finisce per essere solo l’ennesimo estenuante film che ripercorre – sorpassato – la realtà. Dice che arriverà l’Apocalisse, però, si tratta “solo” delle dimissioni del Papa e di Berlusconi. E viene da ridere per come Roma sia capace di digerire tutto: dalla coda alla vaccinara a Carminati, dai Casamonica a Marino, passando per i parlamentari italiani e Sollima. Continua a leggere →