Ha pedinato l’uomo, Ettore Scola. Imparando la lezione che veniva da Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, su quella c’ha messo il suo occhio da disegnatore satirico passato per le mani di Marcello Marchesi e prima per il giudizio di Maccari al Marc’Aurelio. Ha fatto un cinema del dubbio, mischiando la tragedia al riso, sempre. Combinava buffo e fantasioso, alto e basso, riproponendo la realtà italiana: dal fascismo agli anni novanta. Continua a leggere