Archivi tag: Manuel Vazquez Montalban

Giannimuratessen

Codice Mura: introduzione del reato di insalaticidio e di lesa caciopepità.

Non collaborava alla guida per non passare da Giuda, rispettando sempre l’osteria che è la storia, e non cambiando mai se stesso, se non per gioco. Così al massimo da Gianni Mura diventava il sale di Umani Grani.

Bisogna bere per ricordare e mangiare per dimenticare diceva Manuel Vázquez Montalbán; con Mura, che non mangiava e beveva da solo, si evocava sempre, non si dimenticava niente. Continua a leggere

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Argentina-Belgio: Maradona dribbla anche Rilke

Volendo salvare un momento di quel mondiale, c’è una reliquia maradoniana che riassume il singhiozzo. Dove nell’82 incontra un muro, nell’86 troverà un varco. Tutta la pazienza di Maradona passa per sei calciatori del Belgio e quattro anni. Attraversando la consapevolezza della sua unicità. Il mondiale dell’82 è il suo primo naufragio, i sogni si infrangono sulla barriera rocciosa di Claudio Gentile prima e subiscono gli schizzi e l’onda brasiliana poi. Adesso possiamo distinguere relitti e detriti, errori e colpe, e possiamo giocare con un momento che riassume tutto il suo torneo. È la partita d’esordio, l’Argentina campione in carica affronta la nazionale belga (perderà uno a zero, gol di Erwin Vandenbergh). Continua a leggere

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Andrea G. Pinketts, l’importante è esagerare

Voleva essere il Grande Gatsby, ma lo fregavano le camicie. Aveva il fisico, lavorava sulla lingua e le facce, ma esagerava con i colori. Uno sciupone di vita e parole. Andrea G. Pinketts, in realtà Andrea Giovanni Pinchetti, «Pinketts, il vero cognome della mia famiglia, fu italianizzato sotto il fascismo. Io sono milanesissimo ma di padre irlandese. Mia mamma invece è trentina, di padre tedesco»; prima che scrittore era una creatura della notte, un animale da bar che viveva come antidoti alla paura: Continua a leggere

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La morte del corsaro nero

Già nel XVIII secolo Goethe aveva scagliato tuoni e fulmini contro gli editori, a quei tempi chiamati «librai»: «Sono tutti figli del diavolo, per loro ci deve essere un inferno speciale». E un altro classico tedesco, Hebbel: «È più facile camminare con Gesù Cristo sulle acque che passare con un editore attraverso la vita». Perfino il grande editore inglese Frederick Warburg si poneva questa domanda, pochi anni fa, nel titolo delle proprie memorie: An Occupation for Gentlemen? Più vicino a noi, Francisco Ayala, premio Cervantes, definisce il suo editore di Buenos Aires direttamente come «ladro». Continua a leggere

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Taibo II: il trucco è muoversi come Speedy Gonzales

Ogni volta che parla è come se scaricasse in area le sue pistole, col sorriso sotto i baffi tinti dal fumo delle “Popular”, e le labbra bagnate dalla Coca-Cola: Paco Ignacio Taibo II porta in giro le sue storie con l’allegria di chi ha scavalcato il tempo e lo spazio, come il Parnassus di Terry Gilliam. «Mi muovo come Speedy Gonzales: rapidamente, da un genere all’altro, dalla storia al romanzo, dalle biografie al giornalismo, per non farmi incarcerare».  È a Napoli, per presentare il suo romanzo: “A quattro mani” edito da Lanuovafrontiera (traduzione di Pino Cacucci e Gloria Corica). È un ritorno felice per un grande libro scritto quasi trenta anni fa, e che ora appare come una cronaca del tempo presente: è un romanzo sulla disinformazione che mescola realtà e finzione, Continua a leggere

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