
Annunciazio’, Annunciazio’

Si sentiva in trappola senza una squadra da allenare, e lo diceva a tutti. È andato avanti così per un anno intero, rappando il bisogno, fin dal giorno dopo l’esonero dal Manchester United. Gli mancava l’odore dell’erba, lo stare nella battaglia, le polemiche, le conferenze stampa, e soprattutto le partite, insomma il suo set, aveva preso a fare il commentatore per Sky Sport UK, come calmante, dopo aver aspettato una squadra degna del suo nome, e, ora, José Mourinho, l’ha trovata, è il Tottenham. Continua a leggere
il panorama è fatto di case piccole e monotone, per questo scrivo a te che sei un castello. Non ci vediamo dai tempi di Marsiglia, quando accettasti di farmi entrare nel tuo rifugio e mi cucinasti due uova al tegamino bevendoci su Borgogna (era l’Echezeaux Grand Cru, 2002 di René Engel), in fondo erano solo le undici del mattino, ci poteva stare. Continua a leggere
Ama, prega, festeggia, svieni, risorgi. Le montagne russe maradoniane. Tra spiritualità e ribellione, ascensione e cadute, in palio la salute, quella di El Diego, portata ancora una volta al limite, per passione. Suonala ancora e ancora e ancora. Il re dello sperpero: del genio e del sé. Argentina contro Nigeria, ma c’è più spettacolo sugli spalti che in campo. Sotto: una brutta Selecciòn, dove Lionel Messi diventa finalmente adulto, facendo la formazione e segnando; sopra – e dove sennò? – lo spettacolo di arte varia maradoniana. Prima, ha incrociato le braccia sul petto, una divinità Inca, per il gol di Messi, ringraziando Dio e lasciandosi incorniciare da un raggio di luce russa; poi le ha allargate da Cristo di Rio in vacanza a San Pietroburgo: e si è preso la scena, il campo, e di nuovo il mondiale. Continua a leggere
Senza piedi né testa: un corpo slacciato, e perduto nel labirinto dei tatuaggi tribali del suo allenatore. Ecco l’Argentina, brutta e sporca e per niente cattiva. Distratta, molle, e sul punto di crollare. L’espressione di un’equazione senza risultato, come cantava Francesco Guccini. La situazione della Selecciòn è così assurda e ingarbugliata che nemmeno Albert Einstein ne verrebbe a capo, così surreale da sembrare un racconto di Roberto Fontanarrosa: Continua a leggere