In pista non ha solo lasciato la vita, Marco Simoncelli, ma anche un vuoto, e una scia che, vagamente, l’Italia, avrà di nuovo. È morto come un Ettore, colpito al collo, in una curva – che sono le mura dei piloti: che tu stia attaccando o difendendo devi farci i conti –. Sotto il cielo della Malesia di Salgari, lo sguardo della morosa e di sua madre, oltre che in diretta tv. È la storia triste di un ragazzo normale, testa da re leone Madagascar, scomposto perché troppo alto, molto cowboy sulla moto, spavaldo in gara (Lorenzo gli aveva dato del pericolo pubblico), amava Kevin Schwantz (il più pazzo di tutti i piloti), ma lontano dalle moto era sperduto (guardatelo nei fuori onda). Scanzonato. Continua a leggere →