Archivi tag: Marlon Brando

Yes, you Caan!

1646500895_241_James-Caan-The-Oscar-for-the-Godfather-I-deserved-itC’è una furia cieca ad ogni visione de “Il padrino” di Francis Ford Coppola, una forza direttamente proporzionale alla giustizia e alla vendetta, che fa i conti con i suoi istinti, decidendo di zittire il buon senso e l’indole all’autoconservazione. E quella furia è Sonny, Santino, per tutti noi: James Caan.

È un figlio del Bronx, un discendente di quelle trame dirette da Robert De Niro, sempre al limite tra l’uscio della macelleria del padre, l’ombra dei marciapiedi e il chiarore delle sinagoghe di New York. Una potenza che non sapeva di custodire l’efficacia degli allenamenti di Rocky in futuro.

Segue la linea diretta di Philip Marlowe, interpretando l’investigatore in “Omicidio a Poodle Springs”, dopo che il ruolo era passato da Humphrey Bogart a Robert Mitchum, da Elliott Gould a Steve Martin, l’ultimo capitolo cinematografico che non può che lasciarci con un: «è ok per me». Continua a leggere

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Fabio Quagliarella: “eh già, sono ancora qua”

Ogni tanto i giornali titolano: “La nuova vita di Fabio Quagliarella”, e a contarle, queste vite, sembra che ne abbia avute più di Marlon Brando in “Ultimo tango a Parigi”. E per ogni vita ci sono a corredo una serie di gol eccezionali, segnati in scioltezza, come se fosse quella la soluzione più facile: testa, destro, sinistro, mezza rovesciata, rovesciata, tacco, pallonetti, tiri da fuori area a volo o con mira da biliardo o in tuffo, e prima dribbling, rabone, tocchi d’esterno, assist da regista e anche da ala, un tuttofare, Continua a leggere

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Fiesta mobile per i figli delle stelle

Antonino Iuorio è un attore non conforme, per taglia e carattere. Cinema, teatro e pittura occupano il suo tempo. Sembra uscito dai “Sillabari” di Parise, basta scegliere la lettera e parte il racconto. Ha il taglio netto dell’aria che gli sta intorno e il brivido dei ricordi: con note, cibo, atmosfere e miti da apparecchiare, e l’incanto segreto di chi sa rievocare. Continua a leggere

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The Fight

PS-2192_AliForeman-10-30-74-poster_lNon è stato il migliore ma quello che colpiva più forte: pugni e parole. Quaranta anni dopo siamo ancora qua a parlare di Muhammad Ali, del suo incontro a Kinshasa, con George Foreman, per il titolo di campione mondiale dei pesi massimi, con l’Africa cambiata, ma sempre in emergenza, ora sotto l’Ebola, con Pistorius che doveva essere il nuovo e invece si è messo in fila con Monzon e O.J. Simpson. Norman Mailer, in “The Fight”, diceva che Ali trattava la boxe da Marlon Brando: interpretando un ruolo come se fosse un prolungamento naturale del proprio stato d’animo. Per questo il film dei suoi incontri si proietta ancora nei ricordi di un mucchio di gente, a prescindere della geografia e della pelle. In “Muhammad Ali – L’ultimo campione, il più grande?” (Gargoyle editore) se lo chiede anche Rino Tommasi ripercorrendo la carriera del pugile. Continua a leggere

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