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Romanzi e città nascono dall’egoismo

La musica del tango ancora nei piedi, Matteo Campanari, cammina, in una notte d’ira, inganni e pioggia passata, tenta una fuga in versi da una realtà che l’ha condannato alla religione dei miraggi e della dismisura. Nebbia nella nebbia. Solo una voce, sporca di fumo – la sua – prova a raccontare le cose in modo diverso. Guarda il resto degli scrittori perdere peso specifico guidando rivolte, urlando in modo scomposto il nome di donne e soldati, mendicanti di gloria, ignorano che anche i loro ossi del femore diventeranno prugne. Lui, racconta di anime distrutte e malconce – legate come cani alle catene – ne sente il lamento e restituisce in canto il dolore. Non ha avuto fortuna, ha pagato la compassione, e su questa, non si costruiscono città, al massimo motivi per superare la notte.

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La soglia Balzac

Layout 1Trovo una perdita di tempo spiegare come uno scrittore abbia apparecchiato, apparecchia e apparecchierà le sue storie, come nascono i personaggi, che voleva dire, che cosa ha pensato, se ha sofferto o meno, se la sua è una confessione o se ha immaginato tutto, fare queste cose è come mettere le didascalie al romanzo, una sconfitta. È come chiedere a un ragazzo di venire accompagnato a scuola dai genitori, è umiliante. Però quando ti ritrovi una schiera di avvocati che non ha capito il tuo libro, fai uno sforzo. Per questo eccomi qua a cercare di raccontarvi che cosa ho combinato, per gli avvocati della FIGC, per l’allenatore della nazionale italiana al quale come recita la quarta di copertina e la fascetta scelta dal mio editore (Chiarelettere), è ispirata la vicenda del protagonista del mio libro “Per favore non dite niente”. Continua a leggere

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