Il più vincente del cinema preferisce il ruolo di perdente. Continua a leggere
Paco Ignacio Taibo II è un inventore di mondi credibili. Ogni scrittore prova a inventare mondi, ma non tutti sono credibili, ed è proprio la credibilità dei mondi letterari che racconta la qualità dello scrittore. Taibo, spagnolo di nascita ma ormai messicano a tutti gli effetti, sposta di poco la realtà per tirarne fuori una parallela che potrebbe arrivare, potrebbe esistere, ma ancora non c’è e forse non ci sarà mai. Qualcosa di simile all’utopia che pure abita la sua opera, almeno i pensieri dei suoi numerosissimi personaggi. Ogni suo romanzo è un esperimento così: ricreazione credibile della realtà, rivisitazioni storiche e del genere noir con apporti di salgarismo e ironia, sovrapponendo lingue, e il risultato è avventura che si legge ridendo. Ora torna in libreria “Come la vita” (La Nuova Frontiera, traduzione di Bruno Arpaia), che è la summa del canone di Taibo II. Continua a leggere
L’immagine del mito e il corpo che lo contiene si stanno separando. È difficile essere Maradona quando Maradona si logora, è complicato continuare a sperperarsi quando il corpo è andato in riserva e questa volta annaspa, accusando l’usura delle vite precedenti. Intorno tutto rimane immutato, cambia il contesto non il calore, che sia uno stadio russo o uno argentino, la gente continua a tributare a Diego Armando Maradona la riconoscenza dovuta alla bellezza ricevuta, al sogno, ai prodigi visti, alla sua grande vita, ma dentro piove, le pareti scricchiolano, e la magia scivola via. Continua a leggere