Kobe il terribile, con gli ultimi sessanta punti e un corpo a pezzi, lascia la pallacanestro. «Difficile credere che fosse l’ultima volta», dice alla fine della gara contro gli Utah Jazz, mentre la sua squadra – Los Angeles Lakers, la stessa da venti anni – e mezzo mondo già lo rimpiange. Jack Nicholson lo guarda affranto, come si guarda andare la propria giovinezza, mentre intorno tutti, urlando, gli ricordano che è prenotata una statua a suo nome. Continua a leggere