Archivi tag: Nora Ephron

This Is My Life

Non sarà né santa né suora, Selvaggia Lucarelli, forse martire, ma senza regalare giorni di festa alle sue omonime sparse per l’Italia. Intanto manda loro il verbo: “Dieci piccoli infami” (Rizzoli), tentativo di raccontarsi come un Bill Murray scritto da Nora Ephron, senza la comicità del primo né la lingua della seconda. Dieci capitoli dall’infanzia all’infanzia passando per amori mancati, parrucchieri maldestri, gite sul Mar Morto e vittorie da Miss di provincia, inchiodando le persone che “ci rendono peggiori”, con l’ossessione comparativa esasperante: questo come quello, in un continuo paradosso iperbolico. L’esagerazione come cifra descrittiva, montagne russe di esempi dove basterebbe una frase, e dove spesso c’è un tempo in più, un aggettivo di troppo, un dettaglio – e personale – che ammicca. Continua a leggere

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Prada veste l’Italia

Guido HarariIl centrodestra italiano ha finalmente il suo candidato premier: Miuccia Prada, la stilista che dopo aver fondato il movimento “EC” (Eleganza Cruda) ha messo d’accordo tutti, da Berlusconi in giù. L’unico a non averla presa bene è stato Matteo Salvini, anche perché la signora lo aveva definito «un truzzo con quelle felpe da ultrà». Il nuovo linguaggio politico italiano parte dall’estetica, è così che Miuccia Prada sta scalando la vetta dei consensi. Matteo Renzi – «un cameriere, con quelle camicie bianche può giusto servire ai tavoli dei vertici» – si dice non impensierito. Ma la Prada rischia di essere la nuova Berlusconi, venti anni dopo, con molta più classe, e quasi un partito monarchico alle spalle. Il suo programma è da regina, con un piano quinquennale di decurtazioni fiscali, investimenti al sud, con un rinnovamento che è prima artistico e poi politico ed economico. Continua a leggere

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Calabria New Mexico

Campora San Giovanni (CS)La Calabria è la suprema nostalgia del nostro tempo dove si consumano romanzi e film italiani. Nel senso che non vengono né scritti né girati. Ma si producono, sprecano, perdono. E non c’entrano Corrado Alvaro, Gianni Amelio o la ‘ndrangheta, ma proprio la sua natura: dal paesaggio a tutto quello che l’ha trasformato. Poi, certo, anche i calabresi hanno un ruolo fondante e non trascurabile ma vengono dopo la natura calabra. A parte il fatto che già nel nome c’è tutto il senso da opera lirica e questo da solo basterebbe a farne fabbrica, fossi un regista girerei un western a Rosarno e un documentario di case seguendo la Salerno – Reggio Calabria, altro che sacro GRA, Continua a leggere

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