Chi ha letto “La cotogna di Istanbul” conosce il legame tra Paolo Rumiz – scrittore e giornalista – e la musica, il suo saper annodare la scrittura ai suoni, e non si sorprenderà di trovarlo sul palco con una grande orchestra. Continua a leggere
Chi ha letto “La cotogna di Istanbul” conosce il legame tra Paolo Rumiz – scrittore e giornalista – e la musica, il suo saper annodare la scrittura ai suoni, e non si sorprenderà di trovarlo sul palco con una grande orchestra. Continua a leggere
“Un gallastrone che canta fuori orario alle prime stelle, andato oltre Cartesio (penso dunque sogno)”, si descriveva così, anni fa, in una prefazione a Jorge Valdano. Gianni Mura è il gioco che dalle strade del ciclismo e dai campi di pallone arriva alle pagine. Etica ed estetica che trovano forma nella parola, senza perdere le radici di quello che, incontrando i suoi occhi, gli ha dato stupore. La forza della sua scrittura viene dall’esattezza del suo sguardo, che diventa credibilità del racconto. È l’anomalia che alimenta la speranza, tenuta da una leggerezza che dopo 30 Tour de France gli fa già pensare a quello dell’anno prossimo. Continua a leggere
Dritto di fronte al mare, Paolo Rumiz, dà sempre l’impressione di un ufficiale che guarda davanti a sé per muoversi con un esercito. Lo conosco da anni, maestro di scrittura e di vita, ho fatto qualche viaggio con lui, e ogni volta mi stupisce per come conosce il mondo, e per come prima abbia bisogno di leggerlo. Per me lui è nelle sue bellissime cartine geografiche, che leggendo riscrive, che attraversando nella realtà ridisegna. Continua a leggere