Archivi tag: Proust

Librerie nemiche del popolo

Dove un tempo c’erano gli scaffali di Adelphi ora c’è il castello di Hogwarts – nella riproduzione della Lego – con Harry Potter che si è sostituito a Bobi Bazlen. A forza di tirare dentro le librerie la riproduzione di quello che era uscito dalle pagine dei libri: le hanno trasformate nei posti meno frequentabili per chi le ama davvero. Con il mercato come unico parametro – stravolgendo gli scaffali e sovvertendo il tempo che i romanzi dilatano e i saggi provano a smontare – quello che rimane sono le classifiche, e i personaggi che le animano. Di scrittori nemmeno a parlarne. Si può riassumere lo stravolgimento in pochi passi: la faccia dell’autore passa dall’essere un mistero per chi legge fino all’apparire in quarta di copertina – una epifania, come raccontò Baricco che da giovane cercava il viso del musicologo Massimo Mila – e da lì, con carpiato di pixel, diventa immagine sulle pareti feltrinelliane, per poi arrivare a farsi murale nel contesto raccontato: Pasolini va in periferia, a Calvino spetta l’attico. Continua a leggere

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Borotalco di Proust

Alessandro Piperno, scrittore e professore di Letteratura, si siede sulla cattedra come un Robin Williams provando a fare Alessandro Baricco e tira giù un po’ di informalità, qualche confessione, due ricordi, ed ecco “Il manifesto del libero lettore” (Mondadori). Un saggio contro se stesso, dove prova a mettersi a capo di un ipotetico gruppo di lettori liberi, dicendo loro che un libro si può abbandonare. Lo aveva scritto anni fa Daniel Pennac prima di precipitare in una serie di libri da abbandonare. Poi dice al gruppo che i romanzi non cambiano il mondo. Ma va? Se anni di “Madame Bovary” non hanno fatto capire all’umanità che il matrimonio è inutile, nonostante la povera Emma continui a struggersi, appare evidente persino a Michele Serra che qualcosa non vada come si deve. Continua a leggere

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Non c’è che una stagione: l’estate

Quando dice: «io provo a fare commedie», abbassa la voce, ed è lì che viene fuori l’Enrico Vanzina che non insegue suo padre Steno ma prova a continuare la sua lezione, con amore, senza gara, anche dopo aver sceneggiato più di cento film. È bravissimo nel raccontare le storie della sua vita, nell’evocare i ricordi, cambiando voci e lingue, recitando gli incontri, mimando le facce e la gestualità delle persone conosciute, alternando leggerezza e malinconia, dettagli e campi larghi, è il cinema che si fa a parole, quello che precede la scrittura e poi il girato: che spetta all’altro pezzo della coppia, il fratello Carlo. Insieme possono dire di aver vissuto e di averlo saputo raccontare. A loro si deve il film che dopo “Il sorpasso” di Dino Risi è riuscito a catturare il sentimento dell’estate: “Sapore di mare”. «Noi volevamo proprio evocare “Il Sorpasso”, che rimane il film più bello del cinema italiano: un viaggio, una auto, due amici, ferragosto e il senso della vita. Abbiam cercato anche Catherine Spaak ma non poteva. E, poi, proprio quelli che i produttori non volevano, sono stati gli attori che più hanno beneficiato di quel film». Continua a leggere

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C’era una volta Scauri

Solido nel corpo, deciso nelle azioni, Antonio Franchini è un direttore d’orchestra – nel senso sveviano – che sa dirigere i tempi che evoca e quelli che inventa. Dopo 29 anni a Segrate, che lo hanno portato a capo della Mondadori, è passato a dirigere Giunti. È uno scrittore di movimenti, per ogni sua storia c’è uno spostamento con assunzione di responsabilità che ci viene raccontata su più piani. Scisso tra quello che produce come editor e quello che scrive, tra l’Italia del sud che l’ha generato e quella del nord che l’ha formato. Alla fine è diventato colto, razionale e distaccato, come auspicava in uno dei suoi primi libri. Un uomo in equilibrio, che, con tono orientale, apparecchia vicende e attori, in circolarità. Continua a leggere

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Esse come Sorpasso

«Ah, questa sì che è vita», è il pensiero che sta dietro un Sorpasso: supremazia provvisoria, stato e status di euforia e possibile gloria – in presenza di sguardi, meglio se di femmina – ed è, poi, una di quelle azioni che raccontano l’estate. Che cosa è se non un azzardo, una mossa guascona, un rischio cercato, la più bella delle stagioni? Anzi no, come direbbe Bruno Cortona, il Vittorio Gassman immortalato da Dino Risi nel “Sorpasso” e padre di tutti noi: «è la più gajarda de le stagioni». Continua a leggere

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