Archivi tag: Raul Castro

Cuba Fatale

L’Avana sembrava più vasta, più chiara, quasi che lo spazio e la luce avessero assunto una nuova veste, che sentissero il rinnovamento, lasciandosi alle spalle il passato. I vecchi palazzi ritinteggiati e coperti dal sole, occupavano la vista e l’olfatto, bisognava infilarsi nelle strade laterali per trovare i denti guasti, le catapecchie, la decadenza che aveva regnato con i Castro. Continua a leggere

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I pesci di Hemingway

427648_574927775857755_1158297175_nA sessant’anni dal nobel, i nipoti di Ernest Hemingway sono andati a Cojimar, il piccolo villaggio di pescatori a un fischio dall’Avana che ispirò “Il vecchio e il mare”. Con loro c’era anche un gruppo di scienziati, convinti di poter accedere all’archivio marino di Hemingway. In vent’anni di Cuba, lo scrittore, pescò pesci di ogni tipo, annotandone i nomi e le caratteristiche in alcuni diari poi custoditi dal governo cubano, che non ha consentito la visione. Continua a leggere

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Le mille morti di Fidel

Farci credere che sia morto, è questo il capolavoro di Fidel Castro. Come per Keyser Söze, de I soliti sospetti: «La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste» Castro, è morto più volte di un attore di Hollywood, a cinema. Per poi tornare, e dirsi vincitore, di una gara che non c’era. Fidel Castro è morto mille volte, e mille risorto. Tanto che Eduardo Galeano su queste morti ci scherzava, facendone il refrain della sua storia del calcio. Il mondo si muoveva per le morti di Fidel, ogni quattro anni. In realtà ne ha seppelliti molti, di presidenti americani che lo avevano avversato e segretamente cercato di uccidere, di scrittori amici e poi nemici, di nemici e basta e soprattutto di compagni di strada eloquenti, con colpe grandi e piccole, e quando non c’erano (le colpe) ci pensava la stampa a sceneggiarle. La sua ombra si allunga sull’isola, come la sua barba e il tempo risparmiato a non rasarsi e dedicato alla rivoluzione, come disse ad Oliver Stone. I suoi anni sono lunghissimi e lenti, scanditi dalle sue morti. Presunte, inventate, volute, sempre superate, come le malattie e le assenza forzate, mascherate da impegni per il popolo, mai per sé. Persino quando morirà, sarà per gli altri, per il bene di Cuba. Castro ormai è un cartone della sua figura, il protagonista di una telenovela: infinita, con sempre lo stesso colpo di scena: la sua morte. Ogni puntata comincia con la sua morte, e finisce con la sua ricomparsa- è un gioco delle parti, che però avverrà per un numero limitato di volte (forse). Continua a leggere

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