Solido nel corpo, deciso nelle azioni, Antonio Franchini è un direttore d’orchestra – nel senso sveviano – che sa dirigere i tempi che evoca e quelli che inventa. Dopo 29 anni a Segrate, che lo hanno portato a capo della Mondadori, è passato a dirigere Giunti. È uno scrittore di movimenti, per ogni sua storia c’è uno spostamento con assunzione di responsabilità che ci viene raccontata su più piani. Scisso tra quello che produce come editor e quello che scrive, tra l’Italia del sud che l’ha generato e quella del nord che l’ha formato. Alla fine è diventato colto, razionale e distaccato, come auspicava in uno dei suoi primi libri. Un uomo in equilibrio, che, con tono orientale, apparecchia vicende e attori, in circolarità. Continua a leggere