Archivi tag: Roberto Baggio

Insigne: dieci verticale

Quando Antonio Conte, ai passati europei, assegnò la maglia numero dieci della Nazionale a Thiago Motta: tutti capimmo che i tempi erano cambiati e che a scorrere negli anni i nomi, di chi c’aveva sudato prima in quella maglia, sembrava un countdown per i fantasisti che finivano. Sivori, Rivera, Antognoni, Baggio, Albertini, Del Piero, Totti, De Rossi, Di Natale, Cassano, Motta. Così a farla breve. Si capisce che la maglia e il ruolo hanno oscillato tra fantasisti e centrocampisti con i piedi buoni, e dopo la scelta del CT Conte sembrava destinata ad una funzione diversa. Continua a leggere

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Baggio: figura omerica

Che poi ogni volta che dici Baggio ti viene da dar ragione ad Emanuela Audisio, che meglio di tutti ne ha disegnato il profilo. Una figura omerica, dice lei, andata oltre il dolore, un giocatore non rinascimentale ma cubista, sbilenco. Uno che faceva precedere i suoi gol da delle marce scombinate. Continua a leggere

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Hamsik: trascinatore gentile

C’è stato un Hamsik per ogni napoletano, per alcuni è stato specchio, per altri proiezione; per alcuni è stato simbolo, per altri capro espiatorio; ma ora tutto coincide e il capitano mette d’accordo tre generazioni di tifosi, incarnando quello che rende sopportabile la vita nelle sue curve di sofferenza. Marek Hamsik è in assoluto il simbolo del Napoli di De Laurentiis da dieci anni, è passato tra tempeste e lacrime, vittorie e sconfitte, sostituzioni ed esaltazioni, rimanendo sempre se stesso, un uomo pacificato prima ancora che un calciatore calmo, perché cosciente del proprio talento e del proprio percorso. Ha fatto di Napoli e del Napoli il suo posto applicando forse inconsciamente il teorema Madre Teresa di Calcutta: «c’è sempre un posto dove puoi essere straordinario, devi solo lasciare che quel posto ti trovi». Continua a leggere

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Maran: le tavole tattiche e il vino di Hemingway

Rolando Maran il dispensatore di Tavole tattiche. Come il José Arcadio Buendìa di Gabriel Garcia Marquez in “Cent’anni di solitudine”, rinomina spazi e posizioni per non perderne la memoria, così ha uno spogliatoio zeppo di tavole che raffigurano il cosa fare del campo e del pallone. In più, è uno stabilizzallenatore, che ogni squadra vorrebbe. Continua a leggere

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Marek “Hamlet” Hamsik

Ogni rigore sta tra un duello western e una opera teatrale, per questo è il gesto più studiato del calcio, e per questo «non esiste un rigore senza passato»,  come scrive Ben Lyttleton, autore del vangelo “Undici metri”, il libro da regalare a Marek “Hamlet” Hamsik per Natale. Ha due settimane per leggerlo, recuperare e acquisire i trucchi e le storie spalmate dal giornalista inglese in quattrocento pagine. Continua a leggere

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