Archivi tag: Roberto Benigni

Decameron2020

Riunione straordinaria del cinema italiano, in seguito al Corona virus, convocati i registi più importanti per un nuovo Decameron, dopo ore di discussioni, qualche rissa e la rivendicazione di Oscar, David, Palme, Orsi e incassi si è arrivati a questa divisione di novelle e parti, dopo aver dovuto scongiurare il pericolo di vedere la scritta in apertura: “Decameron” da una idea di Stefano Accorsi – che aveva chiamato i registi a raccolta –, poi si è votato per lasciare il soggetto al solo giovane sceneggiatore già autore del libro, tal Boccaccio Giovanni. Ecco i dieci film da una ora l’una, dove nemmeno Krzysztof Kieślowski era arrivato: Continua a leggere

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Pinocchio: omogeneità garroniana

L’insidia maggiore per chi rigira “Pinocchio” non è il testo di Carlo Collodi ma la miniserie di Luigi Comencini, dalla quale Matteo Garrone attinge un minimalismo contadino che ci regala un paese dei balocchi neorealista e per questo bellissimo, più degli altri, paglia e scivoli di legno, una fattoria più d’immaginazione che colori, l’albero della cuccagna e qualche bandiera. Continua a leggere

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Sarri&Allegri: pensare con i piedi

Uno è un costruttore di specchi, l’altro, invece, li rompe. Massimiliano Allegri fabbrica squadre che si guardano negli avversari e neutralizzandoli li battono. Maurizio Sarri irrompe, “Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo penetra in ogni fessura”, rompendo gli schemi avversari. Allegri usa la panchina come se fosse una tenda da campo, le sue sono mosse di cavalleria, ogni volta, bordeggia Napoleone, arrivando sul baratro per i cambi, come è successo col Real Madrid, sorpreso dal fato e dalla mancata copertura in diagonale. Continua a leggere

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Il ritorno di Tony Credici

Beppe Gronchi aveva bisogno che la storia della scimmia Rihanna stupisse davvero. Ci voleva un regista capace di girare un film senza senso su Roma, e mentre creava le aspettative sul girato, impazziva a farsi venire un nome. Aveva provato a rimontare i vecchi film di Mario Schifano ma forse Bonito Oliva poteva ancora accorgersi del trucco, e non gli andava che la beffa finisse come una inchiesta su Cristo; aveva provato a mescolare Andy Warhol con Nanni Moretti, ma il risultato era un Muccino sensato; aveva cercato nei libri di Tiziano Sclavi una idea valida per continuare a stupire, ma niet. E quando disperato, sembrava pronto a mettere in rete quel poco che la scimmia era riuscita a girare: i tetti sghembi della Palmiro Togliatti – un prologo buono per Blob – da una bancarella gli era apparso Tony Credici, chi cazzo se lo ricordava più. Ma soprattutto era vivo? Continua a leggere

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Biscardi ha vinto

Ci sono uomini e soprattutto donne che in tv durano una stagione, altri che invece diventano un genere. Aldo Biscardi compie ottant’anni e può guardare non tanto alle sue spalle, quanto davanti, sugli schermi, dicendo: «è successo l’impensabile». Il suo Processo – prendeva il nome da un giudizio di Gianni Rodari sul linguaggio del giornalista: «parla di calcio come a un processo» – Continua a leggere

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