Archivi tag: Roberto Carlos

Sudamerica: futbolisti lost in translation

Rien ne va plus, gira la palla e con lei anche il mondo del calcio. Cambiano numeri e nazioni, cadono calciatori e si modificano costellazioni calcistiche. Col Brasile esce l’ultimo pezzo di Sudamerica rimasto al mondiale, come nel 1982 e nel 2006. Saudade. Sì, tanta. Di quando la Seleção riusciva a non essere egoista, era il 2002. Il resto è sconfitta. Occhi al cielo in cerca di Dio e sguardo al passato, quando c’erano l’uomo e la squadra forte. Argentina, Colombia, Uruguay e Brasile. Con un discorso a parte per il Messico. Fifa: abbiamo un problema. Continua a leggere

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Ma, si sa, i fuoriclasse

«Io dispongo sempre bene le mie squadre in campo. Il problema è che quando inizia la partita i giocatori si muovono», diceva Alfio Basile allenatore del Boca Juniors, dell’Argentina e di molte altre squadre. Le complicazioni vengono dopo, appunto, quando tutti si muovono al ritmo del pallone, e i pensieri rimangono sulle panchine, o arrivano improvvisi ai calciatori mentre stanno tradendo il loro compito o anche mentre lo eseguono oltre ogni previsione. Continua a leggere

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Santiago, Alfredo e le altre stelle del Real Madrid

Il Real Madrid è un incrocio tra la NASA e la Coca-Cola, perché capace di contenere il cinema e il circo, il sogno e la frontiera, piaccia o meno, è nella vita e soprattutto nell’immaginazione di tutti. E se guardando negli spot della Coca-Cola si capisce dove è andato e dove andrà il mondo (si veda l’ultimo al Super Bowl), o guardando ai progetti della NASA intorno a cosa gireranno i sogni, spulciando le formazioni del Real, e quello che han portato a casa, si può dedurre che calcio faceva quell’anno, e capendo qual è il prossimo obiettivo-frontiera – dopo aver raggiunto la Décima – cosa inseguire. Continua a leggere

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Il leader rende migliori gli altri

undici-virtu-leaderIl calcio ci rispecchia. Spogliatoio del Real Madrid, partita chiave di Champions, Ronaldo (il brasiliano) e Roberto Carlos palleggiano come da spot, tutti rapiti, poi passa Raúl e dice: «Per vincere, quella roba non serve a niente». Ma è quella roba lì che ci porta allo stadio. Jorge Valdano ha fatto un gran lavoro su di sé da calciatore, allenatore, dirigente, fino a scrittore. È incapace di produrre fiction ma capacissimo di leggere e riprodurre la realtà dei campi e degli uomini che giocavano e giocano su quei campi. Uno sguardo e una sintesi, impossibile da trovare in Italia, riversati in libro: “Le undici virtù del leader” (Isbn, pp. 157 euro 16, traduzione di Pierpaolo Marchetti) Continua a leggere

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