
Annunciazio’, Annunciazio’

1) Il suo inizio per “Romanzo criminale”: «Avrei immaginato che Giuseppucci entra al pronto soccorso, ferito, si fa spazio tra la folla in attesa e dice: tocca a me, m’hanno sparato».
2) Claudio Caligari muore esattamente come l’hanno costretto a vivere: senza voce.
3) Uomo di lago. L’unico regista italiano a dormire nelle stazioni. Rigoroso senza essere elitario, esigente per l’immagine, aristocratico e distante solo con un paio di occhiali da sole. Un universo di disparità che aveva capito Marco Ferreri, chiamandolo un discepolo senza bottega. Continua a leggere
Due fari abbaglianti, gli occhi di Monica Vitti, gli schermi più grandi che il cinema abbia mai avuto.
Come per Bernard Tapie, il quotidiano “Le Monde” diffuse per errore la notizia della sua morte. Sorrise, scherzò e replicò, ringraziando per averle allungato la vita. L’esistenza è troppo breve per non insegnare la cordialità ai francesi. Continua a leggere
Scendeva con una maglietta gialla lungo la discesa alberata della Garbatella, adorava Mike Tyson e Agostino Di Bartolomei. Victor Cavallo, faccia da imperatore romano, capelli ricci, scuro, dichiarava di non essere Macario, era un poeta beat, uno dei pochi italiani che hanno vissuto da poeta vero. Roma era la sua NewYorkLasVegasSanFrancisco e Scarface uno sfigato che aveva scommesso sulla partita sbagliata, voleva una vita di taxi e di basilico dolce come una donna e con le labbra morbide, perché non gliene importava nulla di volere, preferiva volare. Continua a leggere
Andarsene in giro per Roma deserta in vespa, ecco l’estate di Nanni Moretti, potersela inventare prima che anche gli altri scoprissero il restare soli in città. Dove Vittorio Gassman / Bruno Cortona ne “Il Sorpasso” di Dino Risi voleva scappar via, correre lontano, trovare gli altri, il mare, l’avventura, lasciando la Capitale, Moretti sta, e riscopre, sta e ricorda, sta e cerca e scrive e scrivendo filma “Caro diario”. Continua a leggere