C’ha messo dentro di tutto, Giampaolo Simi, in “Come una famiglia” (Sellerio): l’arte, il calcio giovanile e i procuratori spietati, il giornalismo superficiale e la macchina del fango, uno stupro e un pestaggio con filmato da allegare, un omicidio del passato, e molto altro. Avesse avuto “un Bertoncelli o un prete” a dirgli basta, avremmo anche un libro accettabile, invece di una storia lunga, e per questo piena di momenti inutili, di discussioni pensate male e dialoghi che implodono, un perfetto esempio di rammollimento narrativo. Continua a leggere