Abbiamo raggiunto al telefono a Parigi: Ismail Kadare, per commentare con lui la scomparsa di Gianni Boncompagni. Il grande scrittore, poeta, sceneggiatore albanese ha più volte ribadito l’importanza della tivù italiana e in particolare di quella fatta da Boncompagni per la caduta di Enver Hoxha.
Come ha saputo della morte di Boncompagni?
«Ero in viaggio, e molti compagni di dissidenza mi hanno mandato messaggi. Per noi, lui era l’uomo della libertà, rappresentava tutto quello che desideravamo. Dietro le sue canzoni d’amore – che non esisterebbero senza il connubio con Raffaella Carrà – c’era la nostra voglia di libertà». Continua a leggere