Archivi tag: tennis

Il ritiro di Federer: la fine del Nouveau Tennis

Prima di Roger Federer i tennisti si dividevano in casinisti e silenziosi, dopo in chi ha giocato e vinto/perso contro di lui. La sottocategoria è chi ha visto/toccato il Re e chi l’ha guardato in tivù perdendosi molto della sua bellezza: come spiegava anni fa Jean-Luc Godard  parlando delle regie televisive nelle partite di tennis. Federer ha fondato un nuovo tennis e di conseguenza una nuova fede nel tennis che aveva il rispetto anche degli avversari. Una chiesa tennistica fatta di mucche in garage (tranquillità e fedeltà a se stesso e al suo paesaggio), colpi vorticistici e spaccapolsi – per torsione e non forza – e commozione negli occhi di chi guardava e poi nei suoi quando poteva constatare che ancora una volta gli era riuscito di resuscitare. Continua a leggere

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Guillermo Vilas: Gran Torino a Mar del Plata

123504423_4045323545484810_4713948155896038930_nVoler dimostrare all’Atp che il tennista Guillermo Vilas fu numero uno al mondo e che ha commesso errori di calcolo, è una impresa difficile, ma il giornalista Eduardo Puppo l’ha fatto, s’è messo a ri-analizzare partite e numeri, per anni ha cercato prove per regalare alla memoria del suo campione la verità che merita. Mentre Puppo cercava dati, trovava punti e quindi gesti, vittorie, città, campi, tornei, racchette, Vilas perdeva la sua memoria. Un documentario – “Vilas: tutto o niente” (su Netflix) – racconta questa impresa, con i nastri registrati da Vilas che ricordano la sua vita, e i dati messi in tabella da Puppo, una sorta di backstage dietro quelle partite. È un grande atto d’amore: per il tennis, la verità, e la giustizia. Continua a leggere

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Davis contro Golia. Quando il tennis smashiava la storia.

285647209_1058714268363063_7722993635078394299_nDa «Batti lei?» agli scolapasta d’oro, tra cinema italiano e Coppa Davis c’è più osmosi che separazione. Dopo le spalle tristi per Moretti e gli allenamenti di Garrone con Nick Bollettieri, arriva “Una squadra” di Domenico Procacci, epica di un tempo perduto e sigillo di un legame tra narrazione e azione.

Per calcolare la distanza dal 1976: una canzone di Domenico Modugno valeva più di una relazione di Gian Carlo Pajetta. Oggi abbiamo solo foto di trapper tra cocktail, salotti e concerti. Continua a leggere

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Gianni Clerici: lingue, letterature e racchette

i__id9558_t1578453402«Sono quello con la racchetta». Rispose a Gianni Brera che gli chiedeva come poteva riconoscerlo all’appuntamento che si erano dati in galleria a Milano. Era una Dunlop Maxply, la racchetta con la quale Rod Laver realizzava il suo secondo Grand Slam. Perché Gianni Clerici, come i veri grandi scrittori – prestati o no allo sport –, stava nei dettagli, che dall’erba diventavano la Foresta Amazzonica, amava il racconto dove ribattezzava uomini, flora, fauna, tennisti, montandoli in musica, con piacevolezza, classe e umorismo tenendo insieme Oscar Wilde, Bernard Shaw, Evelin Waugh, tanto da considerare il “Gruppo 63” un sindacato. Quando venne inserito nell’International Tennis Hall of Fame (l’altro italiano è Nicola Pietrangeli, l’unico “grande” battuto da Clerici) Continua a leggere

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Sport: uno spazio per il dialogo con la Russia

093411282-d60181bc-41e0-4975-8f50-b8eb2045bf82Quando mi chiedono perché racconto lo sport rispondo sempre perché dentro c’è tutto. Dopo questi giorni penso che non me lo chiederanno più. Senza giri di parole né premesse, le adesioni sono contro l’occidente come lo intendo io, per semplicità in questi giorni mi sembra di stare nel maccartismo, l’ho sperimentato in forma privata con alcuni amici – non servirebbero le premesse con gli amici, ma l’acqua è questa, penso di essere l’unico scrittore italiano che ha in un suo romanzo la soluzione “letteraria” dell’omicidio di Anna Stepanovna Politkovskaja, Continua a leggere

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