Ero nei bagni della Penn Station di New York, stavo tirando fuori l’uccello in tutta fretta perché nelle orecchie avevo lo speaker che annunciava il mio treno, quando ho sentito un colpo di pistola alle mie spalle. Lentamente mi sono voltato e non c’era nulla. Il colpo, forse, era stato esploso in una delle latrine che stavano di fronte agli orinatoi murari. E se poco prima avevo visto due persone davanti allo specchio alla mia destra: un nero con una giacca da netturbino e un ragazzo biondo e imbrillantinato, ora non c’era nessuno, e la mia unica certezza veniva dal basso: mi ero pisciato sui pantaloni e le scarpe. Sono stato immobile per qualche minuto, e rimettendomi a posto l’uccello ho avuto tantissima paura, volevo correre lontano, senza riuscirci. Poi, visto che non succedeva niente, mi sono fatto coraggio ed ho aperto con lentezza tutte le porte delle latrine. E non so perché non mi sono dato. Avevo una strana sicurezza. Procedevo con cautela da film: mi poggiavo al muro che divideva i bagni, aprivo la porta con forza e poi tornavo di lato, togliendomi dalla visuale. Precauzione inutile, se qualcuno avesse voluto eliminarmi, avrebbe potuto farlo con molto comodo prima. Continua a leggere →