Archivi tag: Ulisse

Uruguay-Russia: Diego Godin, odisseo

Marinaio d’Ulisse di stanza a Montevideo

picchia Dzyuba per vendicare Trotsky

odiando i giochi avvilenti della gioventù

quando nel Mediterraneo non c’erano palloni

ma sirene e lampi e ciclopi

abbandonati per l’area di rigore

con passione morale e astuzia

desiderio d’essere Obdulio Varela

trinitari legami ed eucarestia brasiliana Continua a leggere

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Rapsodia in blu

Scendeva a capofitto nel blu: non per toccare il fondo, ma per conoscere se stesso. Una vita in verticale capovolta, quella di Enzo Maiorca, che ha inseguito i cento metri, non in lungo, in basso. Smettendo di respirare per tornare indietro. Usava il mare per capire la terra e la vita. Scavava sotto la sua pelle ossessionato da un istinto romantico, una curiosità da Ulisse, ma Itaca era giù, sotto al mare: dispersa. Bisognava immergersi, lasciarsi inghiottire e cercare. Ricomporre i pezzi e portarli a galla, ogni discesa un tassello, ogni risalita un passo verso il ritorno. A volte andava bene, a volte no, a volte si risaliva senza fiato né conoscenza, altre imperiosamente, come un attore che esce a prendersi gli applausi e regala il racconto della fatica. Continua a leggere

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Mediterraneo: mare della civiltà

Da un porto all’altro il mare rimane lo stesso, invece, noi, tendiamo a sentirci diversi, cancelliamo quello che l’acqua unisce, dimentichiamo quello che porta, e finiamo per perderlo senza neppure averlo visto. Quello che sappiamo oggi del Mediterraneo è che si tratta di un aggettivo, e non di un mare o di un destino: la politica lo vorrebbe certo ma più che porta siamo portaerei o tema da convegno, quando invece bisognerebbe ascoltarlo il Mediterraneo e non parlarci su, girarne le spiagge e i porti, o anche solo guardarlo da Algeri come faceva Albert Camus, per strutturarlo in una vita. E, se, come insegnavano i greci, arriva fin dove cresce l’ulivo, allora ecco la nostra mappa d’interesse: dal Marocco alla Palestina. Continua a leggere

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Lacrime di Champions

XAl fischio finale verranno pesate soltanto le lacrime, nonostante i gironi Champions e i gol. Quelle di Gonzalo Higuain, che si fanno fiume e avvolgono il San Paolo. Piange senza vergogna l’attaccante argentino, a differenza di Callejon che si maschera il viso con la maglia gialla e se ne sta in ginocchio. Higuain no, in piedi, mostra la sua faccia da Alessandro Magno, esibisce le lacrime, dopo un gran gol e una grande partita, e viene tenuto in una scena caravaggesca da massaggiatori e compagni. Continua a leggere

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50 DFW

Che cosa ammira dell’acqua Bloom, amante dell’acqua, mescitore d’acqua, portatore d’acqua, tornando al cucinino? La sua universalità; l’equità democratica e la naturale costanza nel cercare il proprio livello; la sua vastità nell’oceano della proiezione di Mercatore; la profondità insondata nella fossa di Sundam nel Pacifico che si estendeva per 8000 tese: l’infaticabilità delle sue onde e particelle di superficie che a turno visitano tutti i punti della fascia costiera; l’indipendenza delle proprie unità; la variabilità degli stati del mare; l’idrostatica quiescenza nella bonaccia; la turgidità idrocinetica al minimo di marea e con le maree primaverili; la calma piatta dopo la devastazione; la sterilità nelle calotte circumpolari, artica e antartica; la sua importanza climatica e commerciale; la preponderanza di 3 a 1 sulla terraferma del globo; l’indiscutibile egemonia che si estende per leghe quadrate su tutta la regione al di sotto del tropico subequatoriale del Capricorno; la multisecolare stabilità nel bacino primordiale; il suo letto luteofulvo; Continua a leggere

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