Archivi tag: Vladimir Putin

William T. Vollmann – Cioè:…che mi hai portato a fare sotto a Pomigliano se mi vuoi chiedere solo quante pagine scrivo al giorno?

immagine_3_37Come in una specie di catastrofe fisica, una somma causale di vizi o errori, tutto collassa quando uno degli organizzatori dice: «Ci dispiace, ma dobbiamo andare a mangiare, siamo a digiuno da ore, lo scrittore e i presentatori anche, lavoriamo da tempo, l’incontro finisce qua». L’incontro, era quello con William T. Vollmann, scrittore americano in tour in Italia, e si svolgeva a Pomigliano d’Arco. Quello che aveva preceduto questa catastrofe intellettuale di derivazione fisica, erano state 4-5 domande banali, circondate dai fatti personali dei due presentatori, con risposte tradotte male da un ragazzo appena tornato dall’Erasmus in Inghilterra, suppongo. E lo dico con tutta la compassione possibile, ma c’erano omissioni, salti lessicali, finezze linguistiche non colte, e soprattutto tanta confusione, avvolta dal glamour, perché come anni fa ci fece scoprire Wim Wenders: non conta più essere ma filmare, non conta la discussione, il pensiero, l’elaborazione, ma soltanto l’immagine che testimonia l’evento. E ci sta. Il fatto che Vollmann venga frainteso e tradotto male – per chi legittimamente non comprenda la sua lingua – è relativo rispetto alla restituzione fotografica di Vollmann che parla. Mi rendo conto che questo è un dato minimo, ma diventa fondamentale rispetto al fatto che chi compie queste azioni spesso le reitera con la bandiera di solidarietà di turno, in questo caso quella ucraina, dato non secondario. Continua a leggere

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Vladimì, fai meno

Santissimo Vladimiro, la faccia mia – ma soprattutto quella di Molinari – sotto i piedi tuoi, ti scrivo per dirti: e che è? Basta, e che miseria. Kiev, Mariupol, Odessa, Kharkiv, Cherson. Hai fatto troppo. Eravamo rimasti che era una cosa per spaventarli, e invece te mise a fa st’ammuina? Il mio appello più che umanitario è un appello di sopravvivenza: hai idea di che vuol dire passa’ n’ata jurnata a senti’ Giletti ca’ ‘uerra ‘ncapa che cita Buzzati, Roberto Saviano che parla di mafia russa co’ Mohylevyč che ha pigliato ‘o posto dei casalesi, Paolo Mieli con la maglietta della Nato che dice di entrare in guerra, Orsini che te ti dà ragione piangendo davanti alla maglietta di Mieli, la gente non campa più: conosco giudici che invece ‘e scrivere ‘e sentenze fanno gli inviati di guerra, no che Kiev, dal salotto. Continua a leggere

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What a Wonderful World

275811681_712100899791118_7555198102833491622_nZelens’kyj pensa al grande futuro dell’Ucraina, divisa in quattro grandi serie: Netflix, Prime, BBC e HBO.

Se Obama per Clint Eastwood era una sedia vuota, Biden corrisponderà a un divano a tre piazze.

Per Putin vale la regola dell’oligarca: quando voi ancora mangiavate con loro le tartine, noi avevamo già ordinato la quarta vodka, urlando merda. Continua a leggere

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Storia di guerra e d’immagine

275663383_2984467671865825_5110193953216425259_n-1229x1536Chupa chups e fucile. Oleksii Kyrychenko, un ucraino, ha preso sua figlia, l’ha messa in posa, l’ha armata di un fucile, l’ha fotografata e l’ha usata come testimonial dell’aggressione: pubblicando la foto su Facebook. Quella bambina, come le bambine che ieri stavano sulle ginocchia di Stalin e che oggi portano fiori a Putin o che si bevono la propaganda russa nelle scuole, arriva dopo i bambini soldato delle guerre africane, quelli addobbati come martiri e fatti sfilare nel mondo arabo, o quella afgana di Steve McCurry, e soprattutto dopo la bimba nuda colpita dal napalm che piange inseguita da una nuvola nera in Vietnam. E a noi che la guardiamo da una città che usa i ragazzini come killer o corrieri di droga – lo raccontò Antonio Capuano al cinema e prima Giancarlo Siani su questo giornale – deve far arrabbiare ancora di più, all’interno della condizione assurda che si crea in guerra; ma parafrasando Joseph Heller e il suo “Comma 22”: «Chi è pazzo può chiedere a sua figlia di posare con un fucile, ma chi chiede a sua figlia di posare col fucile non è pazzo». Continua a leggere

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Lost in Russian hockey

3530L’altro giorno ho raccontato l’importanza dello sport e gli errori di chiusura dell’OccideNato. Poi sul Guardian ho letto di Alexander Ovechkin, il più grande giocatore di hockey russo, un putiniano di ferro, che, però, ha detto che sì, Putin è il suo presidente, ma lui è contro la guerra. Vi sembra poco? A me no, perché in Russia la parola guerra non si può dire. Meno ancora si può dissentire dalla decisione. Continua a leggere

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