Archivi tag: Wim Wenders

William T. Vollmann – Cioè:…che mi hai portato a fare sotto a Pomigliano se mi vuoi chiedere solo quante pagine scrivo al giorno?

immagine_3_37Come in una specie di catastrofe fisica, una somma causale di vizi o errori, tutto collassa quando uno degli organizzatori dice: «Ci dispiace, ma dobbiamo andare a mangiare, siamo a digiuno da ore, lo scrittore e i presentatori anche, lavoriamo da tempo, l’incontro finisce qua». L’incontro, era quello con William T. Vollmann, scrittore americano in tour in Italia, e si svolgeva a Pomigliano d’Arco. Quello che aveva preceduto questa catastrofe intellettuale di derivazione fisica, erano state 4-5 domande banali, circondate dai fatti personali dei due presentatori, con risposte tradotte male da un ragazzo appena tornato dall’Erasmus in Inghilterra, suppongo. E lo dico con tutta la compassione possibile, ma c’erano omissioni, salti lessicali, finezze linguistiche non colte, e soprattutto tanta confusione, avvolta dal glamour, perché come anni fa ci fece scoprire Wim Wenders: non conta più essere ma filmare, non conta la discussione, il pensiero, l’elaborazione, ma soltanto l’immagine che testimonia l’evento. E ci sta. Il fatto che Vollmann venga frainteso e tradotto male – per chi legittimamente non comprenda la sua lingua – è relativo rispetto alla restituzione fotografica di Vollmann che parla. Mi rendo conto che questo è un dato minimo, ma diventa fondamentale rispetto al fatto che chi compie queste azioni spesso le reitera con la bandiera di solidarietà di turno, in questo caso quella ucraina, dato non secondario. Continua a leggere

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Paco Gento: sentimento d’eversione

1642499156_122906_1642500632_album_normalEra il solista della velocità, così svelto e travolgente da avere un soprannome da tempesta improvvisa, un vento che sconquassava le linee difensive: “La Galerna del Cantábrico”. Dopo 88 anni di corse sulla fascia ha scelto di riposarsi, Francisco Gento, quello che don Alfredo Di Stefano invocava quando era stanco, e che Ferenc Puskás aspettava in area di rigore, la più grande ala sinistra della storia del calcio. Non segue dibattito. Continua a leggere

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Lisbona e l’ordine naturale delle cose

Le scale della metropolitana hanno il respiro dei poveri e la puzza di piscio di chi ci passa la notte. È  quello il primo odore che senti, poi alzi gli occhi e leggi: “Cais do Sondré”. Il secondo è un pensiero per la vita silenziosa della città. Ti muovi con familiarità, non devi fuggire dall’istante, c’è una tranquillità per le strade mattutine che sfiora la finzione. Ha rampe che ti consegnano al mare rubandoti il fiato e vicoli che ti inchiodano al realismo delle voci sui muri: “o estado rouba, rouba ao estado”. Quando vedi un tram, vecchio, giallo, stinto, spuntare dalle spalle di un palazzo piastrellato d’umido: arrancare e presentarsi semplice e stupido alla ripetizione del suo tragitto, non puoi che sorridere della sua certezza: c’è e ci sarà ancora. Rassicurante come una preghiera. I tram attraversano ignari piazze immobili per il piacere dei turisti, sospesi in mezzo alle morbide piogge di questa città, orfani nella notte, girano per tranquillizzare. Continua a leggere

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Euro 2012 – Come eravamo

Dalla Spagna alla Spagna, un percorso palindromo, quello dell’Italia, una corrida colorata. Siamo stati un corso d’acqua nascosto e imboscato, fino a farci fiume grosso e straripante. E il tragitto verso la coppa è stato così: tortuoso, con pareggi apparentemente appaganti, un salto e poi con le rapide dei rigori contro l’Inghilterra, infine ci siam fatti delta con la Germania non con la Spagna. Dalla prima all’ultima partita c’è la capacità di Prandelli di adattare la squadra al percorso, come un fiume, anzi un fiume, e la forza della squadra di lasciarglielo fare. Continua a leggere

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Intervista impossibile a Osvaldo Soriano, Berlino 2006

Osvaldo Soriano ci aspetta alla Staatsbibliothek di Hans Scharoun, dove Wim Wenders ha girato alcune sequenze de “Il cielo sopra Berlino”. Calciatore, giornalista, scrittore. Esordì con “Triste, solitario y final”. Dopo il golpe militare scelse l’esilio in Europa. In gioventù era stato il centravanti mancino  del Confluencia. Ha scritto meravigliosi racconti sul calcio. Lo raggiungiamo in leggero ritardo. Continua a leggere

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