Archivi tag: Xavi

Annunciazio’, Annunciazio’

cover villeggiantiDi nuova costruzione, a pochi metri dalla spiaggia dove continuano a giocare “I calciatori selvaggi”, sorge questa raccolta di articoli sul calcio per Milieu, family friendly, l’ideale per gruppi di amici che amano rilassarsi per una vacanza in compagnia. Vista sul mare Maradona; possibilità di raggiungere a piedi il cuore storico di Di Bartolomei; colazione continentale o da Hamsik, cucina tipica con Modrić, Ronaldo, Ancelotti; spettacoli, divertimenti, Klopp, Osimhen e Kvara. Etc.
Dal 17 marzo nelle librerie.
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Mister Kim

Mister Kim non aveva l’affetto rassegnato di certi genitori, quanto un affetto prosperoso: pronto a riprodursi in ogni momento della giornata. Per questo subito mi aveva raccontato della musica e di suo figlio, per questo non era stato formale come la maggior parte dei coreani, no, Mister Kim, apparteneva e appartiene a quella umanità che vuole farti sapere che ha una storia e te la racconta, e per raccontartela ti porta nel luogo dove si è svolta e si svolge. Continua a leggere

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Un leone nel parco di Doha

Gonzalo HiguainL’indolente Gonzalo Higuain, tra epopea ed elegia pallonara, dribblando la sua insolvenza, ha convinto tutti, anche gli scettici, quelli che lo davano smarrito a Rio de Janeiro, perso in finale, dimenticando il gol da Parola segnato poche partite fa alla Roma. Questa volta, in una sterminata partita, che più di una finale, era un regolamento di conti western, con flashback da Pechino, ha riscosso la taglia e vinto il duello con Carlos Tevez; altro argentino, faccia sporca e animo pure, da Sergio Leone, rispetto a quella greca di Higuain – come da calendario ufficiale – Oliver Stone. Continua a leggere

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The Quiet Man

L’uomo tranquillo è una linea retta, non veste alla moda perché ha con sé la singolarità del tempo e non deve delegare il suo aspetto alle scelte stilistiche degli altri. La sua modernità è out of time, come i baffi, e la tranquillità. Vicente Del Bosque, è l’allenatore, che piacerebbe a Nereo Rocco, perché artigiano e perché antepone l’umanità al resto, è prima di tutto un padre, avendo fatto anche il direttore della scuola di fútbol del Real Madrid. Uno che non cambia davanti a sconfitta e vittoria. Non cambiò nemmeno quando al Real Madrid gli dissero che era poco galactico e molto viejo, gordo, anche se ganador, non bastava. Avrà pensato come il professore di storia di “Schindler’s List”: da quando è che non serve? Due Champions? Una coppa intercontinentale? Se non fosse stato un uomo tranquillo, non sarebbe andato in Turchia ad allenare il Beşiktaş – «gran bella città Istanbul», un altro ci montava su una biografia d’esiliato –, non avrebbe rifiutato la panchina della nazionale messicana, e atteso tre anni, sapeva che il suo paese era in debito con lui. Continua a leggere

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