Verrebbe da dire: «No grazie, ho visto il film», leggendo “Melancolia della resistenza” di László Krasznahorkai che viene ripubblicato da Bompiani dopo essere uscito in Italia nel 2013 da Zandonai con i medesimi pazienti traduttori: Dora Mészáros e Bruno Ventavoli. Il film è “Werckmeister Hármoniák” del regista ungherese – stesso paese dello scrittore – Béla Tarr, infatti, leggendo, non si può che pensare a lui, alle sue atmosfere in bianco e nero, ai suoi buffi e poetici personaggi, compresi di una lentezza teatrale – c’è a chi piace, a noi no, preferiamo l’America. Continua a leggere