40 anni di “Ricomincio da tre” – Quando c’è Troisi c’è tutto

1. Napoli terremotata, da un palazzo Troisi entra in scena, uscendo dal teatro per sempre, irrompendo sullo schermo, chiamato a gran voce dai suoi coetanei e da chi parlava la sua stessa lingua.
2. Non sapremo mai quali sono le tre cose che gli sono riuscite prima di ricominciare.
3. Un vaso di rara bruttezza, che ognuno avrebbe potuto dimenticare, ma è passato alla storia per un prodigio mancato.

4. Dobbiamo a Troisi l’introduzione nel dizionario meridionale della voce “viaggio” perché prima di lui c’era l’emigrazione e basta.
5. Antonioni per il problema dell’incomunicabilità avrebbe dovuto confrontarsi con la zia di Gaetano, soprattutto sull’universalità di San Francesco. E che miseria.
6. Una sola frase sulla cassatina racconta cento anni di storia americana. Cermis, Ustica, la P2. E gli americani continuano a ripeterci come Frankie: Non lo so.
7. ‘O MIRACOLO e il miracolo, ma anche regalo, punizione, bonus, insomma: una partita a flipper.
8. Lello Arena a Firenze è la Napoli che Troisi non riesce a staccarsi di dosso: dovrebbe farsi leggiere ma recrimina, su ospitalità e nostalgia, e lo mette a disagio mentre tocca le cose di Marta e lo arpiona, spinge, tira, più di un testimone di Geova.
9. Dalla caduta in bici di Lello Arena crolla qualsiasi speranza del popolo napoletano di avere delle piste ciclabili, di pensarsi turista e soprattutto di cambiare.
10. Lo scontro tra fiction e autofiction nella letteratura italiana prende il via dal romanzo di Marta.
10/bis. Senza Troisi ora Mertens si chiamerebbe Massimiliano e non sarebbe così educato.
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