Questa non è una storia, mette le mani avanti Simone Lenzi – frontman dei Virginiana Miller – e lo ripete spesso, cosciente di aver messo insieme una serie di testi sgangherati che ripercorrono la sua vita e quella dei suoi parenti. “In esilio” (Rizzoli) è il tentativo di rispondere all’affermazione del Movimento con la fuga. E allora via da tutto, con cronaca e ricordi. Mettendo una distanza fisica in aggiunta a quella comportamentale. Lenzi si costruisce l’esilio, e sottraendosi alla nuova gestione della sua città – una sottintesa Livorno – da parte dei grilletti, ritrova un’altra vita, lontana anche dai social. Continua a leggere