Archivio mensile:aprile 2018

La costruzione di un esilio

Questa non è una storia, mette le mani avanti Simone Lenzi – frontman dei Virginiana Miller – e lo ripete spesso, cosciente di aver messo insieme una serie di testi sgangherati che ripercorrono la sua vita e quella dei suoi parenti. “In esilio” (Rizzoli) è il tentativo di rispondere all’affermazione del Movimento con la fuga. E allora via da tutto, con cronaca e ricordi. Mettendo una distanza fisica in aggiunta a quella comportamentale. Lenzi si costruisce l’esilio, e sottraendosi alla nuova gestione della sua città – una sottintesa Livorno – da parte dei grilletti, ritrova un’altra vita, lontana anche dai social. Continua a leggere

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Venere in pelliccia

Se è vero che pur di scrivere si è ridotto a vivere è anche vero che vive male, Aldo Busi, sobbarcandosi orrende cene pur di scorgere un poco di quella odiosa realtà italiana di cui si nutre. “Le consapevolezze ultime” (Einaudi) si riducono a poco, strette come stanno nella provincia lombarda che fattura in nero, investe all’estero e non compra i suoi libri. Tra una chiamata di prostata e la solita tirata sulle bestemmie – che ormai scandalizzano solo Michele Serra – viene fuori tutta la voglia di Busi di processare l’Italia, Continua a leggere

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Sarri&Allegri: pensare con i piedi

Uno è un costruttore di specchi, l’altro, invece, li rompe. Massimiliano Allegri fabbrica squadre che si guardano negli avversari e neutralizzandoli li battono. Maurizio Sarri irrompe, “Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo penetra in ogni fessura”, rompendo gli schemi avversari. Allegri usa la panchina come se fosse una tenda da campo, le sue sono mosse di cavalleria, ogni volta, bordeggia Napoleone, arrivando sul baratro per i cambi, come è successo col Real Madrid, sorpreso dal fato e dalla mancata copertura in diagonale. Continua a leggere

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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai a Tel Aviv

Nicole Krauss prende in prestito dalle terzine di Dante Alighieri il titolo del suo libro “Selva oscura” (Guanda), provando a raccontare lo smarrimento davanti al quale tutti, prima o poi, capitiamo. Apparecchia una doppia storia: quella di Jules Epstein avvocato di successo che si spoglia dei propri beni e di Nicole una scrittrice americana che vive a Brooklyn – in autofiction – legandole all’Hotel Hilton di Tel Aviv, città d’ostinazione. Epstein è ossessionato da un rabbino e dal re Davide, lei da uno strano professore di letteratura forse anche agente del Mossad e da Franz Kafka. Continua a leggere

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L’ultima notte di Elvis

Prima di rispondere a sua madre, Ginger Alden, sorrise, per non lasciarle sentire il suo nervosismo. Sapeva che le indovinava i respiri, prevedeva i pensieri e correggeva le sue risposte. Le loro non erano telefonate, ma partite a scarabeo. Continua a leggere

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