Archivio mensile:settembre 2018

Cederna degli spiriti: dai salotti ai cortei

Camilla Cederna, l’altra: donna, coscienza, giornalista, città, bellezza, intelligenza. Un mondo a parte, quello di Camilla. Beautiful e Pinelli. Jeans e salotti. Gran classe e cortei. Spietata cronaca e pettegolezzi. «Trattare con serietà le cose frivole e con leggerezza le cose gravi», uno dei suoi segreti; ma anche saper ascoltare tutti. Sullo sfondo, Milano: la sua città, la moda, il boom, la mondanità; borghesia e proletariato; e poi la politica, gli scontri, le bombe, le stragi, gli assassini di stato, le botte in questura, i morti. Continua a leggere

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Il tweet della cinciallegra

L’unico tweet che raggiunge Susanna Tamaro è quello che arriva da una mangiatoia che pende dalla sua finestra. Pigolano gli uccelli mentre lei – immersa nella natura, in una casa spartana, con mobili riciclati dal ministero degli esteri, sente i topi intorno e la sinfonia della natura – scrive una lunga lettera in forma di libro al poeta Pierluigi Cappello, scomparso nel 2017. Ma comunque fortunato perché parte di una élite, condizione che lo ha messo in salvo dai tormenti della critica e dalle offese che la Tamaro – qua e là riporta – ha subito per “Va’ dove ti porta il cuore”; Continua a leggere

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E allora dimmi tu da dove cominciare

Oscar Wilde voleva essere attore, perché l’attore dovrebbe essere il massimo del poeta, forse inseguendo questo sogno al rovescio Luigi Lo Cascio, attore, ha scritto: “Ogni ricordo un fiore” (Feltrinelli). Una storia frammentata e confusa, di un viaggio in Intercity che da Palermo deve arrivare a Roma, in un tempo dilatato che serve a Paride Bruno scrittore mancato – che riesce solo ad abbozzare incipit, per poi annegare nell’inconcludenza, non raggiungendo mai una forma, non riuscendo a conquistarsi una trama – per passare in rassegna la sua non-opera. Continua a leggere

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Botte di discrezione

È difficile scrivere del film sull’omicidio di Stefano Cucchi, “Sulla mia pelle”, di Alessio Cremonini, perché appena si prova a muovere una critica all’opera, scatta il ricatto d’insensibilità o peggio di mancata comprensione per la tragedia, raccontata con una regia scarna e basata su una sceneggiatura che ha tenuto conto del profilo del ragazzo, della sua ostinazione. Alessandro Borghi – che interpreta Stefano – se l’è scritto addosso, come da titolo, livido dopo livido, respiro affannoso dopo respiro affannoso, dolore dopo dolore, lamento dopo lamento, restituendoci carattere e sguardo – quello che era mancato alle cronache giornalistiche –, portandoci per forza di cose alla commozione, soprattutto quando in un involontario ultimo desiderio chiede della cioccolata, nella sua notte definitiva, o nelle conversazioni notturne con un altro detenuto che bordeggiano i deliri, per questo divergendo dalla normalità che opprime il film. Continua a leggere

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Valentino e compagnia

L’autunno del patriarca Valentino Rossi rischia di diventare l’inverno del suo scontento. Sicuramente pesa più di ogni altra cosa la sua moto – la Yamaha – che ha più problemi di un vecchio condomino, che lui prova a superare, per ora, senza riuscirci: “Sono preoccupato, non abbiamo l’aderenza che occorre e non sappiamo come rimediare”. Intanto, corre, lotta, ma senza acuti, mancando a se stesso prima che ai suoi tifosi. Continua a leggere

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