L’essenza della storia, il rapporto con la natura, l’opera impossibile, ecco “Il crepuscolo del mondo” (Feltrinelli, traduzione dal tedesco di Nicoletta Giacon) del regista Werner Herzog. Solo lui poteva tornare sulla vicenda di Hiroo Onoda: il tenente della fanteria giapponese che rimase a presidiare l’isola di Lubang nonostante la seconda guerra mondiale fosse finita. Continua a leggere