Archivio mensile:agosto 2011

Roba e Ribelli

Libertà non è partecipazione ma appropriazione. Libertà è Roba, e possesso di questa. Almeno a guardare i ribelli libici che si fanno fotografare sull’Airbus A340 di Gheddafi a Tripoli. Il kalashnikov sulle ginocchia e il telefonino fra le mani per scattare la foto ricordo della meta raggiunta, i luoghi, le case e le cose di Gheddafi, normalizzate con la presenza di ragazzi: che come i loro coetanei occidentali, si fanno ritrarre di fianco alla star, o nei luoghi che furono della star. C’è chi si sente un pilota per un giorno, chi rais per qualche ora, disteso nel suo letto. Altri salutano dall’accesso all’aero, sulla pista. Prima erano state le case del dittatore e dei suoi figli, in scene che sempre uguali si ripetono: dalla Romania all’Iraq. Guardando le foto degli assalti alle case dei dittatori si può sentire: “andiamo, venite, andiamo” che scandisce la voglia di rivalsa, bisogna prendersi tutto, ancorare la libertà che manca agli oggetti di valore, depredare il capo per pareggiare il vuoto della democrazia subito. Hanno l’ansia degli alpinisti quando danno la caccia alla meta, e forse anche la loro soddisfazione, ma un domani diverso. Perché l’alpinista sa che il monte, la cima, non gli appartengono, con il ribelle c’è il rischio che possa pensare proprio che l’aereo gli appartiene, la casa gli spetti, il divano sia un cimelio della lotta. E spesso è proprio quell’appropriazione a trasformare il ribelle in bandito, la giustizia in furto, la rivalsa in omicidio. Lo so è sottile il confine, tra l’esibizione del potere che ne faceva Gheddafi – anche se poi dormiva in tenda – e la violazione che è la prova della sua caduta e della sua effettiva relegazione alla tenda e quindi alla precarietà. Continua a leggere

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In utero

Oggi è il mio compleanno: compio 36 anni. Da dieci mesi mi trovo in una clinica. Ho tentato il suicidio tre volte, con l’ultima ci sono andato più vicino del solito. Ho avuto problemi con la cocaina, l’alcol e la depressione, nell’ordine. Sono attore e regista di diversi film, alcuni, francamente, dimenticabili. Vengo ricordato solo e sempre per l’interpretazione di un commissario marsigliese sfigato, dall’amara ironia, che mi fece vincere a Cannes la Palma d’oro per la migliore interpretazione e candidare all’Oscar, condizione che mi portò negli Usa: andare a tanti party, scopare molte donne e  raggiunse il suo culmine nell’amore con Jane Hebborn attrice, poi divenuta mia moglie, alla quale ancora oggi verso un assegno di ingratitudine imposto da un tribunale per un figlio down che se ne sta rinchiuso nella sua villa a Los Angeles. Ho scritto tre libri, due romanzi e un’autobiografia, non in quest’ordine. L’ultimo è un voluminoso noir che scalava le classifiche mentre ero in coma. Ancora non so se il successo era dovuto alla malattia o perché avevo scritto un bel libro. Queste domande però sono state superate dalla sorpresa al mio risveglio: c’erano di nuovo tutti i miei  amici, molto più cordiali di prima, peccato che io non fossi più lo stesso e non avessi più voglia di perdonare. Il cinismo è una splendida condizione d’animo che si raggiunge sul serio solo quando non hai più nulla da perdere, quando hai esaurito le facce da esibire, i numeri da chiamare, le donne da pregare, il dolore, i produttori, gli agenti, gli amici, le puttane, i figli, le case, e i soldi. Continua a leggere

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Il maratoneta di Mogadiscio

Dice: «la città non ha più calore, prima scottava». Grandi palazzi abbandonati e un padre che mi chiede di ascoltarlo. Proiettili nei muri e nessun vetro alle finestre. Corre il ragazzo per Mogadiscio che è più consumata della bibbia, ma non è capace di tornare. Ha gambe esili e un corpo tuttonervi, e si affanna per uscire dal buio, dove è stato seppellito dal tempo. Il padre gli urla di chiudere gli occhi e smettere di correre, ma le urla gli ricadono addosso come un lenzuolo. Il tessuto è dolce, ma non ci può più parlare. «A volte c’è luce», mi ripete, «e ho l’impressione che lui ce la faccia, anche solo per un attimo, che esca da quella curva e mi regali l’esibizione di un sorriso, o un momento di stupore in una giornata di grida». Soffia speranza, nel suo di tempo, quest’uomo, e non si è mai chiesto se valesse la pena di andarsene, di voltare le spalle a questa città e alla sua condanna. Non ha giudizi per le cose che hanno preceduto la durezza che ha deciso la sua ferita, né per il vuoto che è venuto dopo. È la luce che ci fa vedere la polvere, è il dolore che ci indica da che parte guardare. Stringe le mani, poi indica il punto di caduta del suo ragazzo. «L’intenzione del male è sempre femmina, perché anche la morte lo è». Continua a leggere

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Out of time

Messico: ucciso ex calciatore Flores

12 Agosto 2011 19:10 ESTERI

(ANSA) – CITTA’ DEL MESSICO – L’ex calciatore messicano Ignacio ”Nacho” Flores, di 58 anni, che aveva militato nella Cruz Azul partecipando anche i Mondiali del 1978 in Argentina, e’ stato ucciso da 27 proiettili che lo hanno raggiunto alla testa, al torace e all’addome, mentre si trovava a bordo di un’auto con alcuni familiari, nella periferia di Cuernavaca. Flores e’ stato ucciso mentre viaggiava con i suoi due fratelli, a loro volta feriti, e con un bambino di 10 anni che invece e’ rimasto illeso. (ANSA). Continua a leggere

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Drowned, You learn

Annegato: corpo che trattiene acqua e non emette più suono. Evoluzione involontaria del sonno. Avviene in tutti i mari del mondo, negli ultimi tempi, perlopiù nel Mediterraneo. Il corpo subisce un temporale emotivo, prima perde calore, poi la resistenza all’acqua, che si riversa nei polmoni. Il livello sonoro emesso diventa inferiore a quello emesso dalle onde, e questa è detta prova di Lampedusa. Gli occhi si riempiono come piscine di troppo sole, e la testa o componente dell’uomo/donna perde energia, e muore, collassa o si addormenta, dipende dal grado di sensibilità di chi racconta. Quello di chi guarda è zero.

Estate: periodo durante il quale l’annegato (che non è ancora tale, avendo nel cuore la speranza di non esserlo) prova la traversata avendo maggiori possibilità. Ignorando, l’andamento delle borse.

Lampedusa: area o località predestinata all’attracco di figure oscure, dette clandestini o dormienti.

Lega Nord: partito che ha tra gli esponenti singolari esseri umani che classificano la morte per annegamento come performance televisiva o inganno per essere accolti sulla terraferma. Continua a leggere

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