Archivi tag: Bob Dylan

La pace e il patto di Abramovič

_123637999_9b969b1c-167d-4e27-84fb-2021ac3c3f9bNon sappiamo se Abramovič è stato davvero avvelenato, dice Ben MacIntyre sul “Times”, intanto in Italia lo denigriamo (l’altro giorno su “La Stampa” c’era un articolo a dir poco squilibrato, oggi – per fortuna – Imarisio sul “Corriere” gli riconosce il coraggio). Provate a notare come ci sia un dispiacere evidente per la pace, invece ci dovrebbe essere un entusiasmo diffuso, una speranza a pioggia, un sostegno capillare per chi la cerca. È una scommessa fatta da uomini dubbi? Sì, e allora? Sono lontani da noi? Certo, ma non possiamo avere Bob Dylan. Continua a leggere

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Prova a prendermi. Ottant’anni di fuga di Bob Dylan

190250752_4640169349333557_1334313514548784850_n1. Enigmista, occultatore, costruttore della realtà a strati. Dylan ama disseminare se stesso nelle immagini e nelle canzoni per farsi scoprire e darsi nuovamente alla fuga.

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Minà: vita, avventure, incontri e ricordi

Gianni Minà è la scatola nera di un mondo felice che non c’è più: tutto quello che abbiamo amato, che lui ha cercato, raccontato e connesso con l’Italia. Per questo ora soffre a ricordare, soffre a darci il backstage di quegli anni, e lo fa con delle cartoline da quel tempo, piccoli frammenti di una enorme grandezza. Dentro queste cartoline che sono i capitoli del suo nuovo libro, “Storia di un boxeur latino” (minimum fax), ci siamo noi, dispersi tra le righe, a ricordarci di quando Minà portava in tivù scrittori, attori, registi, musicisti, chiunque avesse qualcosa di davvero interessante da dire e lo dicesse bene; erano un altro mondo e un’altra Italia, quella di oggi soffre a connettersi, è pigra e poco interessata agli altri, e i Minà vengono stroncati sul nascere. Continua a leggere

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Andy Ruiz: il lato molle del pugilato

Una affettatrice sotto forma di budino, ecco Andy Ruiz (32 vittorie – 21 per ko – e una sconfitta in carriera), e con lui, con la sua goffaggine, la rivincita dei gordos. Il pugile ciccione, bianco, col collo di cemento e la pancia da Narcos messicano – tutto riconduce a quell’immaginario, dall’arzigogolato tatuaggio sulla schiena: ‘victorious’ ai calzoncini con la scritta ‘destroyer’ sotto la pancia, fino ai guantoni dorati e all’altare votivo che si porta disegnato sul petto –: un inno contro le palestre, uno che c’è entrato, a 10 anni, senza smettere di mangiare i dolci che amava ed ama, che si è allenato, ha acquisito la tecnica senza buttare giù i chili di grasso che si portava dietro, un salvagente che alla fine gli ha dato ragione. Continua a leggere

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Sam Shepard: l’uomo che conquistò Broadway e Hollywood

Si augurava di vedere la terra per sempre, piuttosto che il regno dei cieli. Questo era Sam Shepard, che a 74 anni ha superato la frontiera, quella definitiva, dopo averla raccontata. Scrittore: di cinema e teatro; attore e regista; con la faccia levigata e il cuore in subbuglio, capace di apparecchiare una storia anche in mezzo al deserto, convincendo tutti, giocando col silenzio, la polvere che si alza, e un dramma lontano, evocato e dipinto con frasi secche mettendo il cappello da cowboy su Cechov. Continua a leggere

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