Con “la testa che bolle come una pentola di fagioli” sotto le “stelle che brillano come braci” e con le voglie sempre in groppa, Mauro Corona – “Nel muro” (Mondadori) – con un linguaggio romantico completamente artefatto, cerca di scrivere una storia gotica, con una stirpe maledetta, ma ne viene fuori un Ammaniti ubriaco che dirige un documentario di National Geographic fatto in casa. Pieno di rappezzi e avvertenze – questo ve lo spiego dopo, quest’altro poi lo capite, devo andare per ordine – che invece della suspense genera risate, virando verso il grottesco. Continua a leggere