Christopher Hitchens, dopo aver scritto a lungo storie per il mondo, aver affrontato situazioni assurde, buffe, estreme, ed aver molto polemizzato con tutti quelli che contavano: da Madre Teresa a Kissinger passando per Clinton; si è fatto inviato di se stesso, ed ha raccontato la sua malattia: un cancro all’esofago che l’ha ucciso. Chi non ha letto la sua autobiografia (“Hitch22”) lo faccia, scoprirà una delicatezza e una forza che hanno solo i grandi scrittori, quelli che sanno andare oltre il dolore e la propria formazione, che sanno rinnegare il proprio tempo in nome del dubbio, e che – anche quando sbagliano – portano a casa una visione che aiuta a spostare il tiro, che serve a ragionare arricchendo i dibattiti, e penso alla sua visione dell’Islam. Chi ha letto la sua autobiografia, scoprirà in “Mortalità” (Piemme, pag. 99, euro 12) Continua a leggere →