Nessuno le sopporta più, le mosche. Anzi, ciascuno si meraviglia che gli altri le sopportino. Ma quand’è che abbiam smesso, noi europei, di sopportare le mosche? Lasciamo andare la Pitta, che è finlandese, e che forse le mosche non le aveva mai viste, prima, ma noi, quando? Dopo tutto dovremmo rammentarla, la nostra infanzia: la carta moschicida, quell’ignobile lista appesa al centro del soffitto, nera d’insetti appiccicati. L’odore acre e disgustoso del flit. Le stalle verniciate d’azzurro. L’azzurro dispiace alle mosche? La frasca intrisa di creosoto. La guerra contro le mosche. Vincevano sempre le mosche. Il tafano, detto anche mosca cavallina. In greco “assillo”. Donde il verbo assillare, che equivale paro paro al toscano tafanare. Continua a leggere