Archivio mensile:novembre 2012

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Un allenatore che non vince è una equazione senza risultato, un allenatore che vince inaspettatamente è una probabilità prevedibile ma non accettata. Se poi quell’allenatore batte la squadra giusta, allora diventa anche quello sporco, che ha sottratto alla bellezza il suo premio. Il calcio registra con estrema serietà anche le storie più inattendibili, e ne fa racconto. Adesso che quella di Roberto Di Matteo al Chelsea è finita come un Ranieri o un Vialli, possiamo scriverne l’elogio. Continua a leggere

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Primarie fisse

Buonasera, gentili telespettatori, apriamo il nostro tg con il clamoroso risultato delle primarie del Pd, perché non solo sovverte i pronostici e le intenzioni di voto, ma perché il popolo del partito democratico e la sua vasta area di sinistra, sceglie due non candidati, e i nomi sono ancora più clamorosi: con il 46% dei voti c’è Guido Bertolaso ex capo della protezione civile, che, raggiunto al telefono alle Cayman – poi sentiremo –, si è detto: “molto lusingato”, e al secondo posto c’è Papa Giovanni con il 25%, che purtroppo come sapete è deceduto, ma di sicuro se la sta ridendo, cari telespettatori. Continua a leggere

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barrier

Una barriera è sempre un desiderio diviso, e spesso non in parti uguali. Impedisce il trasferimento da una zona all’altra senza autorizzazione, a volte persino il passaggio di calore tra essere umani. Con conseguente diminuzione dell’appetito. Se avete mai subito una situazione simile vi sarà capitato di pensare a un fluido, ecco un fluido capace di oltrepassare l’ostruzione, o anche di travolgerla (vedi tsunami). Persino i cani se ne lamentano, con improvvisi latrati, invocazione di corrente sonora, anche il suono a volte passa, senza bisogno di consenso. Continua a leggere

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una storia di luce e buio

Una luce dietro una finestra è sempre una storia da raccontare, a guardarla dalla strada, che sia piccola o banale, terrificante o a lieto fine, la voglia ti viene. Sei lì aspetti un bus che non passa e intanto fissi la luce, dall’altra parte del marciapiede, vedi un’ombra passare, poi un’altra, sono un uomo e una donna, non hai altri elementi. Al massimo puoi sperare che si tengano più vicino possibile alla finestra, per regalarti un dettaglio. Ti trovi a ripetere, come un vecchio davanti alla tv: Tieniti più a destra, cazzo, no dai, ripassa, ripassa ancora. E, sentirti soddisfatto se l’ombra sembra averti ascoltato, si muove come chiedi, a occhio. Puoi fantasticare su quello che si dicono, immaginare una lite che non c’è, o esasperare una discussione banale. Adesso invece pare di no, c’è qualcosa di diverso in vista, la donna avanza con qualcosa in mano che però non si distingue, si rende necessario uno sforzo, ti sposti di poco, provi a cambiare angolazione, ma finisci solo per scorgere il deleterio effetto della pioggia su certe facciate. Continua a leggere

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