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Herzog, furore di Cinema

werner-herzogSfide, salite e sopravvivenza. I film di Werner Herzog custodiscono in sé l’anima bavarese e architetture oniriche dei castelli di Ludovico II: fortezze inaspettate per educare lo sguardo alla vita.

Che sia trascinare una nave sulla collina, scrivere una sceneggiatura con brevi dialoghi o scalare la cima di un vulcano, la sua creazione è un atto fisico, tanto che se dovesse avere una sua scuola di cinema, per prima cosa, imporrebbe un viaggio a piedi di cinquemila km e come materia, preparazione atletica sul ring. Continua a leggere

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Ti abbiamo tanto amato – cent’anni di Gassman

downloadEbete con una punta di genialità, amava definirsi. Perso nella recitazione in greco antico, nei versi dell’Amleto e nei trattati di filosofia, rifiutava qualsiasi applicazione che avrebbe preteso la quotidiana praticità. Per una discussione con Flaiano, nessun problema, per riparare una gomma «Non capisco niente».

Sapeva parlare ai bambini, indossando un naso finto con serietà come ne “La famiglia” di Ettore Scola. Dalla sua altezza scendeva al livello dell’anarchia, prestandosi al gioco. Diceva di non aver mai compreso i suoi figli come le mogli, forse solo perché bambino lui stesso.

Un nuovo attore per il teatro italiano. Energico sulla scena, leggermente impettito per l’orgoglio di interpretare Shakespeare, di potenza inesauribile. Tutte caratteristiche che trovavano ragione nel suo passato da giocatore di basket. Solo una volta Silvio D’Amico lo richiamò per un’entrata in scena con una capriola: «Non li devi prendere così gli applausi ma per la recitazione». Continua a leggere

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Celi in una stanza

hc8fx9Antagonista di tutti, ma sempre alleato del film. Che fosse nemico di James Bond o Sandokan non aveva importanza per Adolfo Celi, perché dietro l’essere prescelto come il cattivo più cattivo – anche Satana per “Amici miei” – c’era un attore che amava recitare, in qualunque angolo del globo dovesse arrivare.

Il professor Sassaroli, non solo il medico che ognuno vorrebbe, ma una religione migliore del buddismo. Un limite per la sofferenza in amore fissato a tre quarti d’ora, una geometria perfetta di diagnosi e cura, catene di affetti e nipoti da parte di fava. Continua a leggere

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Jean-Louis Trintignant, l’inadéquat

288432319_570885054630308_6301821033153455621_nHa attraversato il cinema da viaggiatore, uno spettro aristocratico che si aggirava per gli studi di tutta Europa intrattenendosi poco, dando un’occhiata, apparendo come una concessione momentanea allo sguardo del pubblico, sempre in tempo per essere schivato, come le ragazze sul lido de “Il sorpasso”. Continua a leggere

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