Archivio mensile:dicembre 2018

Zanza: califfo di riviera

Dall’ozio d’un bar e l’azione di spiaggia, interlocutore di corpi mai divenuti “intronata routine” di quel “cantar leggero / l’amore sul serio”, come Panella scrive su musica di Battisti, Maurizio Zanfanti (63 anni), “Zanza”, patriarca dei Vitelloni, se ne va. Cadendo, come un pilota, in pista, nell’esercizio delle sue funzioni, anche se l’auto era ferma e non c’erano curve, ma cosce, le ultime, quelle dell’estremo desiderio, che era sempre il primo, ogni giorno diverso; Continua a leggere

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Memorie di Adriano (Panatta)

Un po’ Marguerite Yourcenar, con le “Memorie di Adriano”, un po’ album di famiglia, quella del tennis, compilato da Panatta con Daniele Azzolini, con sincerità e molta ironia, concludendo con due grandi foto di gruppo: i migliori e le migliori 40. Perché “Il tennis è musica” (Sperling & Kupfer) è anche un modo di fare i conti col proprio sport, ricordare quelli che se ne sono andati e quelli che ancora giocano, quelli che hanno allargato il campo e quelli che l’hanno ristretto, con la leggerezza romana che Panatta ha allenato e amplificato frequentando quella singolarissima di Paolo Villaggio. E, infatti, Adriano alterna, il modo di stare al mondo e in campo, partendo dal metodo australiano, che aveva appreso allenandosi a Sydney e a Brisbane, nel 1969, Continua a leggere

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Un anno marziano di libri necessari

A fine anno nelle redazioni culturali serpeggia il panico, tutti si guardano cercando di salvare qualcosa tra i numerosissimi libri stampati sulla soglia dell’effetto Potëmkin e della boiata pazzesca. E per sfangarla si lancia la pagina oltre il presente con le interviste ai direttori editoriali che, tra ampie premesse, illustrano i gialli e le traduzioni che arriveranno, l’immancabile giovane promessa e il solito affermato scrittore che finalmente ci darà il grande romanzo italiano. Continua a leggere

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Malcuit: una forza del passato

Sarà perché è stato sul punto di smettere che tutto il calcio di Kévin Malcuit appare come una evasione dalla sua difesa. Non sale verso il centrocampo, scappa per tornare a quell’area dove voleva stare e aspettare i palloni per segnare. Sì, perché Malcuit nasce attaccante, poi viene spostato da Michel Estevan, allenatore dell’Étoile Football Club Fréjus Saint-Raphaël (se la squadra non viene segnalata nemmeno dal più perverso – geograficamente parlando – radar dei vostri amici scommettitori è perché si tratta della terza categoria francese), Continua a leggere

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Una vecchia lettera di Depardieu a Bielsa

Caro Marcelo,

il panorama è fatto di case piccole e monotone, per questo scrivo a te che sei un castello. Non ci vediamo dai tempi di Marsiglia, quando accettasti di farmi entrare nel tuo rifugio e mi cucinasti due uova al tegamino bevendoci su Borgogna (era l’Echezeaux Grand Cru, 2002 di René Engel), in fondo erano solo le undici del mattino, ci poteva stare. Continua a leggere

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