Un giornale scomparso è sempre una civiltà sepolta, se poi quel giornale era illustrato da fotografie che non potranno più essere scattate, perché morbose, voyeuristiche, violente, con la sola mediazione di un lenzuolo bianco e a volte senza nemmeno quella, allora siamo di fronte a una civiltà sepolta nuda, come non lo sarà mai più. I delitti ci riportano ai primordi, all’essenziale; il sangue e le armi ci fanno leggere il tempo passato; il resto è contesto: strade, palazzi, cucine, boschi, canali, campagne, bar, automobili, e come collettore un cadavere, ecco un libro straordinario che viene fuori dall’archivio di un giornale – “La notte”, pubblicato dal 1952 al 1995 – che raggiunse 250mila copie, che usciva con tre edizioni al giorno e aveva dietro un ritmo di lavoro pazzesco: giornalisti, fotografi, redattori e poligrafici che lavoravano a ciclo continuo, tanto che solo dopo anni si sono accorti del servizio reso al tempo presente, un tempo pieno di privacy ma senza umanità. Continua a leggere