Archivi tag: Champions League

Ultimo viene Simeone

432540470_965680758256034_2812867476514346559_nUn barbaro che urla, gesticola, aizza, e riesce a controllare campo e spalti, calciatori e i tifosi allo stesso modo, con un unico intento: dirigere il presente. Un direttore d’orchestra con un piglio dittatoriale, un ginnasiarca nueva versión: Diego Simeone è l’Attila e il von Karajan del tempo presente, perché nel presente c’è l’adrenalina, di cui si nutre fin da quando a scuola amava essere interrogato quando non era preparatissimo, affrontare quella che era già una fase difensiva, lo gasava. Attaccare stando in un angolo. Arrampicarsi sugli specchi a difesa del poco che aveva e sapeva. Era già tutto lì. E poi, come tutti i barbari, è uno che sta e si sente fuoriposto: sta, perché è oltre nei comportamenti, vale tutto per lui, più di José Mourinho, perché votato alla vittoria con tecnica da guerriglia che sia linguistica, gestuale oltre che tattica; e si sente perché distante dagli altri: non elegante come Carlo Ancelotti, non combaciante col buonismo di Pep Guardiola, e nemmeno con l’algida perfezione vittoriosa di Zinedine Zidane; Continua a leggere

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Messi al Napoli

Sotto, le luci della città erano linee ondeggianti: Lionel Messi guardò fuori e cercò il vulcano, poi le isole, muto cercava punti di riferimento. Suo padre, di fianco, dormiva. La prima volta era venuto con il Barcellona per una partita di Champions League e aveva capito che quel posto era il suo destino, poi si era ricordato di Roberto, un amico di Rosario, compagno di squadra al Newell’s che gli raccontava la città telegrafata da suo nonno; il resto era già scritto, e poi gli era stato ribadito in uno scambio a Dubai avuto il Natale prima con Diego Maradona. Contro tutti, Lionel, aveva preso quella decisione. A Barcellona c’erano stati – oltre le polemiche – dei suicidi, dopo l’annuncio dell’impensabile. Messi no se va! la scritta era apparsa ovunque, dalle maglie alle facce, poi, con l’annuncio, quelli con più ironia avevano barrato il no e tenuto le maglie come si tiene la foto della donna amata strappandole le braccia che la stringevano. Continua a leggere

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Salah salva il Liverpool

Il calciatore che cammina sui pezzi di vetro, hai tre errori alle spalle, gli unici, di Mario Rui, Kalidou Koulibaly e David Ospina, e il fuoco nei piedi, niente a che vedere col circo, piuttosto un mago con gli scarpini: Mohamed Salah. Che fa masticare amaro il Napoli. non conosce paura e balla, balla in area, e sorride mentre segna. L’egiziano in netta ripresa, e con una tripletta nell’ultima partita di Premier League, è tornato ad essere decisivo e a pesare nel momento migliore per il Liverpool e peggiore per la squadra di Carlo Ancelotti. Continua a leggere

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Russia-Spagna: Iniesta, cinema naturale

Ragazzo Ispanico che esci

dal campo con i tuoi piedi buoni

per diventare vecchio inibitore

di gioco nel soffio cinese

evadendo dalla purezza geometrica

la parola corre come la palla

crudele dribbli e passi

ad ogni zolla uno spasmo

dalla Champions al Mondiale Continua a leggere

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La Dolce vita di Carlo Ancelotti

Ha scelto il più felliniano degli allenatori, Aurelio De Laurentiis, con un colpo alla Florentino Pérez. Passando dalla ruvidezza di Maurizio Sarri alla serenità di Carlo Ancelotti, dalla Toscana all’Emilia, dalla provincia italiana ai vertici dell’Europa, in un salto che prima di essere calcistico è culturale. Un colpo di scena cinematografico. Partito scalzo, con sua madre a corrergli dietro, che sembra davvero una scena di “Amarcord”, figlio di Nils Liedholm e Arrigo Sacchi, è finito con i piedi sul velluto: Carlo Ancelotti, un calciatore con un ciclista come idolo, Felice Gimondi, una delle tante coincidenze con il suo predecessore: Sarri. E così il Napoli diventa la tappa dove arrivare, in una scalata che vede Ancelotti passare da Juventus, Milan, Chelsea, Paris Saint-Germain, Real Madrid e Bayern Monaco, a leggerle di seguito non c’è bisogno di aggiungere altro, si ha subito la misura del personaggio. Continua a leggere

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