“El viejo y el tango – 100 anni di Astor Piazzolla”

1. Se braccia, schiena e gambe ti lasciano suonare un bandoneon, si è pronti anche per la pesca agli squali, parola di Astor Piazzolla, l’Ernest Hemingway del tango.
2. Zoppo dalla nascita, con una gamba più debole dell’altra. Il suo destino da Edipo era da tragedia greca: uccidere il padre Tango e giacere con la madre Argentina.
3. Un tassista lo cacciò fuori dall’auto gridandogli “Comunista” e Piazzolla rispose: “Perché mi tratti così? Ho solo cambiato il tango, niente di più” Quando il comunismo era sinonimo di eversione.
4. A differenza di Franz Kafka che chiedeva a Max Brod di dare fuoco ai suoi manoscritti, Astor Piazzolla bruciava i suoi spartiti e diceva al figlio “Tutto quello che è stato fatto ieri è una merda”.
5. Vicente Piazzolla amava intagliare il legno e, come per una sua creazione, plasmò il figlio con lezioni di musica pagate in cannelloni, gnocchi e ravioli. Ma a differenza di Pinocchio, Astor Piazzolla non fu mai il burattino del pubblico.
6. La maggior parte delle sue foto lo vede ritratto in riva al mare, proprio perché la sua musica è un oceano e il suo bandoneon ne è l’onda.
7. La madre stupì Borges cantando, lui suonando per Gardel, fu amato da Milton Nascimento, Dorival Caymmi e Vinicius de Moraes, e il figlio Daniel, sentendo Libertango la prima volta, pensò che fosse il tango con gli arrangiamenti di Quincy Jones. Un secolo di stupore dal nord al sud dell’America.
8. “In Argentina si può cambiare tutto, tranne il tango. È come una religione, come una setta. Fai sempre lo stesso”, diceva Piazzolla, che per motivi religiosi venne alle mani più volte.
9. “Se non fossi stata donna avresti suonato il bandoneon” ripeteva alla figlia Diana, che da oppositrice della dittatura non gli perdonò mai di essere andato a cena con Videla.
10. Nato e perseguitato in Argentina, emigrato a New York, esule musicale in Italia. Si sentì sempre fuori posto e mai riconosciuto per la sua rivoluzione in patria, ma diede il via all’Internazionale del Tango e al suo ascolto universale.
10/2. Fine della musica e della pesca agli squali. Restare paralizzato fu una condanna peggiore della morte. E chi in ospedale disse al figlio che quella fosse la conseguenza per il suo patto con il diavolo, sparì per sempre senza lasciare traccia. Come in un romanzo di Mempo Giardinelli.
10/3. Una vita OltreZemeckis: ha boxato con Jake LaMotta, suonato per Diego Rivera al Rockefeller Center e recitato con Carlos Gardel che poi lo voleva anche in tournée, ma non fece in tempo.

[quando poi lo proietteranno in Italia vedetevi “Piazzolla, los años del tiburón” di Daniel Rosenfeld]

Contrassegnato da tag , ,

Lascia un commento