Solo gli astemi pensano che è bello bere

1609741_844239002259963_1980111790832224862_nEra un pezzo unico, per niente conforme. Poteva essere un grande segretario di partito o un medico piuttosto che un allenatore e avrebbe ottenuto lo stesso risultato: essere amato. Perché puoi giocare bene, male, dominare, perdere, diventare il numero uno o il millesimo, puoi essere famoso o anche odiato, vincere la Liga col Real Madrid o disputare una stagione mediocre con l’Ascoli ma quello che conta veramente è essere amato, e Vujadin Boskov lo era. Lasciava intendere di aver capito non solo il segreto del calcio ma quello più grande del mondo. E su mondo: ammiccava. Poi non era vero, ma non aveva importanza, perché intanto ti aveva illuso e mentre lo faceva ti divertivi, ti sentivi al sicuro, ti lasciavi guidare. Magari quell’anno non andava da nessuna parte con la squadra che allenava, ma la stagione successiva potevi giurarci: avrebbe fatto grandi cose, oppure le avrebbe dette, lasciate immaginare, con una sicurezza da scacchi. Perché ne aveva una per ogni situazione, con Giovanni Trapattoni erano la diarchia joyciana del calcio, improvvisazioni linguistiche e di pensiero, declinazione e inclinazione della lingua corrente del campionato con influenze di cultura popolare e forti dosi di ironia, eversione di proverbi e poi delle difese avversarie, prima ancora di tattiche e vittorie, scudetti e coppe. Aveva un viso lupesco, gli occhi piccoli e luminosi, lo sguardo di chi ne ha viste tante e quelle che non ha visto le inventa, come sanno fare solo quelli che non sono mai stati giovani. Era un predatore, sornione e paterno, uno che sapeva aspettare, perdere e ricostruire, persino diventare duro. Un surrealista del pallone, che sovvertiva nelle dichiarazioni dopo averlo riordinato in campo. Perché «gli allenatori sono come minigonna: un anno vanno bene e l’anno dopo stanno nell’armadio», dove, prima o poi, finiamo tutti.

Contrassegnato da tag , ,

6 thoughts on “Solo gli astemi pensano che è bello bere

  1. Guido B ha detto:

    che te lo dico a fa.

  2. lamentodellosbronzo ha detto:

    Grazie Herzog 😉

  3. […] e Antic, e con loro a Di Stefano che per due campionati non vide trofei. Il premio simpatia va a Boškov, che pure vinse, ancora ricordano le sue indicazioni a un calciatore prima di una sostituzione: «se […]

  4. […] Antic, e con loro a Di Stefano che per due campionati non vide trofei. Il premio simpatia va a Boškov, che pure vinse, ancora ricordano le sue indicazioni a un calciatore prima di una sostituzione: […]

Scrivi una risposta a Santiago, Alfredo e le altre stelle - Il Nobile Calcio Cancella risposta